Rassegna storica del Risorgimento
PITTAVINO BONFIGLIO; SANTA ROSA PIETRO DE ROSSI DI; STATO E CHI
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1971
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28 Gian Biagio Furiozzi
sepoltura religiosa, ma il vescovo, dopo non poche pressioni, cedette e i /une' tali del ministro si evolsero, con immensa partecipazione popolare, Ja mattina deH'8 agosto. '' In seguito all'episodio, i frali serviti che curavano la parrocchia di S. Carlo, furono cacciar! da Torino; il Fransoni fu di nuovo arrestato e gli fu intentato un altro processo, al termine del quale venne condannato all'esilio. -> Il Cavour, che aveva dato nel Risorgimento un racconto drammatico della morte dell'amico,3) ebbe molta parte nello spingere il governo ad arrestare il vescovo, e scrisse che il governo stesso aveva agito egregiamente anche se era ricorso ad una misura sino ad un certo punto extra-legale . 4>
Nella vicenda della morte del Santa Rosa e delle relative ritrattazioni (sia nel maggio che nell'agosto) ebbe notevole importanza il vescovo Fantini, amico e confidente del ministro fino agli ultimi istanti della sua vita. Lo dimostrano chiaramente le lettere del Santa Rosa del 24 maggio e 3 giugno 1850,
sore; P. Di Santa Rosa; P. Bonfiglio Pittavino, Curato. Una successiva dichiarazione, dettata dall'infermo al teologo Ghiringhello, aveva il seguente tenore: Dichiaro di aver partecipato con piena coscienza, come persona pubblica, agli atti del governo, persuaso di non violare le leggi ecclesiastiche, che altrimenti non vi avrei preso parte, e qualora ciò fosse avvenuto (cioè di violarle mio malgrado) intendo di ciò riprovare, volendo morire, come vissi, nella comunione della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, sottomettendo il mio giudizio alla medesima ed al suo Augusto Capo Visibile, il Vicario di Gesù Cristo, il Romano Pontefice. Ghiringhello . Neppure questa dichiarazione fu accettata (anche se valse a far concedere al ministro la sepoltura religiosa) e una commissione di teologi propose la seguente : Desiderando io di essere munito dei SS. Sacramenti e di morire da vero cattolico, e conoscendo tessermi ingannato col* l'aver partecipato e concorso come persona pubblica ad atti contrari alle leggi della Cattolica Chiesa ritratto i medesimi atti, sottomettendo in tatto il mio giudizio a quello della Chiesa Cattolica e del Romano Pontefice che è il Vicario e Capo Supremo di Essa . Quest'ultima dichiarazione non fu però accettata dal Santa Rosa.
!) Cfr. La prima settimana di agosto nella città di Torino, lettera ad un amico, Torino, 1850.
2) A sua ulteriore giustificazione, il ministero fece allusione a certe carte cadute in sua mano, e comprovanti una trama politica ordita dall'arcivescovo con nemici esterni dell'ordine costituzionale. Il d'Azeglio ne accenna in un dispaccio al ministro sardo a Parigli secondo la marchesa Costanza d'Azeglio, cognata del presidente del Consiglio, si trattava di un carteggio tra il Fransoni e il principe di Schwarzenberg, nonché di una lettera del cardinale Antonelli, che permetteva di svelare i maneggi del partito reazionario (Cfr. C. D'AZECLIO, Souvenirs historiques, Torino, 1884, p. 401). La questione dei documenti rimane comunque un punto oscuro della vicenda.
*) Cfr. // Risorgimento, 8 agosto 1850; V. BEKSKZIO, op. citn V, p. 113; F. SA HA CENO, Vita del cav. Pietro De Rossi di Santa Rosa, Torino, 1864, p. 236; sull'amicizia del Cavour col Santa Rosa si veda: F. RUFFINI, La giovinezza del conte di Cavour (2 voli.), Torino, 1912, T, pp. 254-255.
*) In C. CAVOUR, Lettere edite ed inedite, a cura di L. Ghiaia, Torino, 1882-1887, I, p. 164. Sulla parte avuta dal Cavour in questa circostanza, si sviluppò una violenta polemica. Alcuni lo accusarono di essere il promotore dell'intero scandalo scoppiato a seguito della morte del Santa Rosa; il fratello Gustavo, il 14 agosto, divulgò alla tampa una dichiarazione nella quale Io scagionava da ogni responsabilità, sostenendo che egli non era al corrente di tutti i particolari della vicenda. In realtà, il Cavour era stato accanto al ministro fino agli ultimi istanti della sua vita, raccogliendone Fui timo respiro e la era stessa della morte si era recato dal curato di S. Carlo a protestare vivamente per il comportamento da questi tenuto e per le conseguenze che avrebbe potato avere.