Rassegna storica del Risorgimento
PITTAVINO BONFIGLIO; SANTA ROSA PIETRO DE ROSSI DI; STATO E CHI
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1971
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Pietro di Santa Rosa
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nonché altre lettere della moglie Luigia e del conte Morra, sempre dirette al Fantini. Ma, al di là di questa pur importante vicenda, il Fantini dovette svolgere nn ruolo di primo piano per quanto concerne l'approvazione delle stesse leggi Siccardi e nelle fasi successive della vita politica piemontese. Nulla, o quasi, si sapeva fino ad ora intorno a questo vescovo liberale. *) Il carteggio ora rintracciato, getta nn pò* di luce sulla sua figura, in attesa che ulteriori ricerche permettano di individuarne con più esattezza i contorni.
Nato a Chieri il 4 novembre 1803, il Fantini, dopo essere stato per diversi anni parroco della Nunziata a Torino, il 3 agosto 1849 fu nominato vescovo di Fossano. Di tendenze liberali, era entrato in rapporti di amicizia con molti esponenti politici piemontesi e in particolare con il Santa Rosa, che gli resterà legato per tutta la vita. Frequentava spesso la casa reale, e pare che avesse una certa influenza sul re e sulle principesse; interessante sarebbe, a questo proposito, anche se estremamente difficile, accertare quale parte il Fantini ebbe nella concessione dello Statuto del 1848. Certo, egli si dovette adoperare attivamente per vincere le resistenze e le preoccupazioni degli ambienti più conservatori e retrivi della casa reale; un segno di riconoscimento della funzione da Ini svolta è indubbiamente il dono che Carlo Alberto gli fece del calamaio con cui aveva firmato lo Statuto. L'indice più sicuro della riconoscenza nei suoi confronti è fornito dalla rapidità con cui fu nominato vescovo e poi senatore. La cosa parve allora tanto più significativa per il fatto che il Fantini, all'atto della nomina a senatore, era il vescovo più giovane del Piemonte. Chi aveva proposto la nomina, e si era adoperato attivamente perché fosse accettata, èra stato proprio il Santa Rosa, come si ricava dalla lettera del 16 dicembre 1849, dove il Fantini viene definito il solo vescovo liberale , e si dice che fosse il solo ad essere destinato a diventar arcivescovo di Torino . In attesa di essere nominato a Torino, il governo fece il suo nome per la diocesi di Genova, ma la cosa non riuscì per l'opposizione della Santa Sede e soprattutto dei vescovi più anziani. 2>
Il ministero d'Azeglio continuò, nei mesi successivi, a servirsi del vescovo amico, la cui opera si rivelò di particolare utilità durante l'elaborazione delle leggi siccardiane. Egli, insieme a qualche altro vescovo di tendenze liberali, era
J) Sul Fantini si veda: T. SARTI, // parlamento subalpino e nazionale. Terni, 1890, p. 441; P. PASENIO, Notìzie storiche della città di Torino, IV, Torino, 1867. pp. 68-69; Enciclopedia biografica e bibliografica italiana, serie XXXV ITI, Pedagogisti ed educatori, diretta da E, CODICNOLA, Milano, 1939, p. 191; A. GAMBABO, I due apostoli degli asili infantili in Italia, in Levano, gennaio-aprile 1927, p. 57 e marzo-giugno 1928, p. 124; L. FERRARA MIRENZI. Due vescovi senatori del regno, in Rassegna sto* rica del Risorgimento, 1937, p. 797; P. PIRRI, op. cip., pp. 47-50 introduci ->e ip* 73 doc; A. C. JEMOLO, Chiesa e Stato... cìt., p. 133.
2} Si veda, a tal proposito, la relazione inviata da monsignor Charvaz a Pio IX il 20 dicembre 1849. Lo Charvaz propose al Siccardi, per la sede di Genova, monsignor Manzini, vescovo di Cuneo, ma le noveau ministre de la Justice et des Affaires ecclé* siastiques, comic Siccardi, a tdche de détourner le Roì de ce choix, en lui en indi* qaant nn autre qui plairait heaucoup moina à FÉpiseopat. Cesi colui du nouvel Évèque de Fossati, que le Boi vieni de créer Sénateur du Royaume. Ce sera donc ou Fun ou l'autre de ces deux sujeu que Pon proposera ù Votre Salatele. Sous toni rap-port le premier meriterai! lu preferente. Lea ancien Éveques ne verreient paa d'ail-Jcsun sana quelque peine que toutes les faveura et promotion tombenl sur le denrier vena in P. PIRBJ, op. cil.. p. 58 doc.