Rassegna storica del Risorgimento
PITTAVINO BONFIGLIO; SANTA ROSA PIETRO DE ROSSI DI; STATO E CHI
anno
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1971
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34 Gian. Biagio Furiozzi
Profondamente cattolici e profondamente unitari > ha scritto lo Jemolo. ' ' questi uomini avvertivano come non ai desse alcun contrasto insanabile tra la fede cattolica, l'idea di un'Italia unificata, la fiducia nella bontà degli ordinamenti costituzionali. Essi, ha aggiunto lo Spadolini, raggiungeranno nella loro personalità prima ancora che nella loro opera, il punto di equilibrio spontaneo fra le esigenze antiche e lo spirito nuovo, fra l'Italia d'ieri e quella di do-moni >.a) Tutto il pensiero liberale, nella sostanza, era pervaso dalla convinzione che si potesse resistere al papa sul terreno politico pur restando, sul terreno religioso, cattolici d'irreprensibile ortodossia. Gli orientamenti del partito moderato che porterà a termine l'unificazione si collegano e si identificano con l'indirizzo cattolico-liberale: quel partito e quell'indirizzo che attuarono la cosiddetta politica anticlericale del Piemonte cioè qnel complesso di iniziative e di atti governativi che cominciarono con le leggi Siccardi. Una politica pienamente conforme alla dinamica di uno Stato che avanzava il suo diritto a guidare la penisola verso la libertà e l'unità.8)
Si trattava, in realtà, più che di tendenze separatiste vere e proprie, di esigenze più esclusivamente stataliste ,4) anche se le controversie del '50 stimolarono notevolmente la polemica tra lo Stato e la Chiesa. L'atteggiamento dei moderali subalpini, fedeli alla monarchia come alla fede cattolica, era in effetti lontano dall'atteggiamento dei Boggio, Boncompagni e Minghetti. Il loro intento era, è vero, di demolire il vecchio mondo del privilegio clericale, ma sinceramente pensavano che il clero piemontese dovesse essere portato sul terreno delle libertà costituzionali e speravano in una ripresa con la Santa Sede di relazioni adeguate ai tempi. Occorreva, dunque, una impostazione ideale la quale permettesse di realizzare un modus vivendi di fatto assicurante la normale continuazione del culto cattolico, e una sistemazione di diritto accettabile per i cattolici non clericali. Tale impostazione non poteva essere data dal neoguelfismo, fallito dopo il '49. né dal radicalismo laico di un Ferrari: essa verrà solo con il Cavour, il cui grande merito sta nell'aver saputo trovare la mediazione politica delle due tesi opposte ,s) con la famosa formula Libera Chiesa in libero Stato : una formula che segnò l'inizio di una nuova e più moderna politica religiosa.
GIAN BUGIO FURIOZZI
1) A. C. JSMOLO, Chiesa e Stato-. ciL, p. 183.
2) G. SPADOLINI, Cattolicesimo e Risorgimento, in Questioni di Storia del Risorgimento e deWVnità d'Italia a cara di E. Rota, Milano, 1951, p. 834.
8) Ivi, p. 841.
0 E. PASSEHIN D'ENTIIÈVES, Gustavo di Cavour e le idee separatiste nel dibattito politico-religioso del 1850-52 in Piemonte, in Rassegna storica del Risorgimento, XLVUI, 1961, p. 649.
s) Cfr. G. DE RUCCIERO, op. cit~, p, 355.