Rassegna storica del Risorgimento

PITTAVINO BONFIGLIO; SANTA ROSA PIETRO DE ROSSI DI; STATO E CHI
anno <1971>   pagina <37>
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Pietro di Santa Rosa
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la Mima e la venerazione de' suoi Diocesani andrà sempre crescendo. Or io in auguro di rivederla presto; m'auguro poi di potere* sbarazzate un giorno dalle cure ministeriali tornar felice e tranquillo a godermi della libertà dei campi, e quivi ricevere la sua visita e poi condurle a Possano la consorte ad ossequiarla, e fondar pel futuro un'inalterabile reciprocità di corrispondenza di COBO e di affetti. Or Ella non ha che a comandarmi sempre e avermi presente alla mente ed al cuore, che maggior favore e grazia non potrà fare
Suo Umano Serv.re ed amico P. di Santa Rosa
IH
Torino, il 19 Dicembre 1849 Monsignore mio vernino e cacmo
Finalmente da due giorni in qua bo riveduto alcuni dei miei colleglli mi­nistri, prima Lunedi sera il Paleocapa, a cui ho subito domandato se mi sapeva dire che Mr. Fantini fosse stato compreso nella nota dei nuovi senatori. Il poveruomo poco pratico di persone e di nomi nel nostro paese fece appello alla sua memoria, masticò due o tre volte il suo riverito nome, quasi per rico-scere se ne conosceva il sapore, e poi mi rispose: panni di nò! Io montai sulle furie, e mi posi a proverbiar Galvagno. e mi aveva scritto tre ore prima per questo, e mi arrovellava in vedere che non si fosse ascoltato un povero infermo, ebe non può far valere la sua opinione in consiglio. Ma il Paleocapa allora mi soggiunse che quella sera stessa dovevano i ministri trovarsi dal Re per l'appro­vazione della suddetta nota, e quindi raccomandai a Paleocapa d'insistere in mio nome presso d'Azeglio e Galvagno per che la S.V. 111.ma e Rev.ma fosse compresa. Ieri poi venne da me d'Azeglio alle 5 e subito l'interpellai in pro­posito; venne finalmente poco dopo anche Galvagno ed ebbi la soddisfazione di sapere che il Consiglio aveva esaudito i miei voti, e che Ella era compresa fra i nuovi senatori: del che mi è dolcissimo darle il primo la notìzia. È inutile ch'io le dica con quanto piacere io mi sono veduto dalla fortuna in quest'occa­sione tratto in mezzo a tali umane brighe, che bo potuto adoperarmi in alcun che relativo alla sua venerata persona; né bo mestieri di ripeterle siccome io sia persuaso dell'ottimo acquisto che farà con Lei il Senato e il Paese. Mi lusingo possa esserle gradita questa notizia, ed allora son più contento di questo che d'ogni altra cosa, e mi compiaccio delle più frequenti occasioni ch'Ella avrà di venire a Torino, dove fra non molto mi affido di vederla arrivare. Potessi io viver tanto ancora e valer tanto in credito ed influenza un dì, da far sì che la sua pastorale stanza abbia a fissarsi anche qui pel bene di questa Chiesa, stata fin qui tanto strapazzata e vilipesa. Ma Dio non ha bisogno di questo più di quell'altro strumento per far quel che vuole. Altri a suo tempo opererà la traslocazione, che io le profetizzo, ad a me voglio Ella porti la medesima fede ebe mia moglie alle sue profezie.
Gli infermi di casa mia continuano a progredire verso il meglio; spero per Natale di recarmi a udir la S.a Messa, e sul fin dell'anno al Ministero.