Rassegna storica del Risorgimento
PITTAVINO BONFIGLIO; SANTA ROSA PIETRO DE ROSSI DI; STATO E CHI
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Pietro di Sun la Rosa
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Ella vuole ch'io le dica su di ciò la mia opinione, che non sia mestieri ai Vescovi di dichiarare al clero come abbiano da comportarsi, a meno che vogliano ammonir tntli ad ubbidire, il che è sempre supporre che stativi preti che non vogliano ubbidire, nel qual caso poi il Governo ha sempre l'autorità di far eseguire le sentenze del potere giudiziario, che emaneranno contro gli opponenti, sia in contumacia che nò.
A Roma già si sa si protesta sempre in parole, ma in fatti si lascia andar l'acqua per la bina. La permanenza del nostro ministro a quella corte è però una manifesta prova delle nostre buone intenzioni e della nessuna volontà del papa a non rompere in visiera. Siamo sempre a cercare l'uomo da mandare a Roma, intanto consiglio V.S. lll.ma e Rev.ma a non fidarsi di Spinola, perché quantunque galantuomo è sempre sotto l'influenza della Donna Aurclìa, che guasta in lui le opinioni e i fatti. Siamo del resto informati che tutto il clero in Savoia si compone ad ubbidire.
Termino la presente appena conscio di quello che ho scritto e non ho scrìtto, solo mi limito qui a dichiarare apertamente e sinceramente come i miei sentimenti verso la sua amatissima persona quali sempre li ho professati, ripetendomi con rutto il cuore
Suo Um.mo S.re ed amico P. di Santa Rosa
VII
Torino, il 24 Maggio 1850 Monsignor mio Revano e car.mo
Ella avrà sicuramente imparato dai giornali, come io abbia sofferto in questi passati giorni una nuova ricaduta. Un nuovo insulto in vero m'assaliva improvvisamente il 9 del corrente, e riprodottosi gagliardamente più tardi mi obbligava a nuovi salassi e mi faceva pensare a provvedermi anche spiritual-mente. Per l'ufficio che copro i giornali si occuparono anche troppo di me, tralascio dunque di dilungarmi in proposito giacché [Ella, come già dissi, avrà potuto conoscere prima d'ora le ridicole favole, le sconcie dicerie, le sconvenienti fole, e le tristi menzogne che si spacciarono in proposito. Tutto ciò per quello spirito di parte che invase una setta d'uomini che si dicono campioni della religione, ma non hanno altro scopo tranne il promuovere, l'invocare, il favorire una tristissima riazione. Ricaduto infermo io non pensai che a provvedermi spiritualmente e corporalmente senza altra cura al mondo, senza supporre che dovesse la mia persona in questa mia disgrazia diventar argomento di favole e di politiche trame. Ella sa come l'umano artifizio si valse di tutto ciò a fini diversi, e trascinò il mio nome e le mie opere a promuovere scandali e menzogne. Io ne provai gran rammarico, tanto più. che mi vidi costretto a scendere in quella fangosa arena per recidere una volta il filo di tante fallacie. A me pare non aver nulla a rimproverarmi. Nulla ho fatto senza parlarne col teologo Ghiringhello che ho scelto a confessore; con tutto ciò per mia maggiore tranquillità ed anche per quella dello stesso teologo Ghiringhello, che vuole questo da me, io mi prendo hi libertà di scriverle il tessuto di questa storia, ond'ElIa mi favorisca il suo confidente giudìzio, e se così giudicherà, mi riconfermi nella mia fiducia di non aver in nulla caricato la mia coscienza.