Rassegna storica del Risorgimento

PITTAVINO BONFIGLIO; SANTA ROSA PIETRO DE ROSSI DI; STATO E CHI
anno <1971>   pagina <43>
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Pietro di Santa Rosa
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quanto si volle imparai dopo com'io era divenuto argomento di tante fole, e allora ho creduto dovere stampare quella dichiarazione. Avrei taciuto in essa l'incidente del Viceeuraio, ma più noi poteva stante che il pubblico l'accusava di aver detto assai più; se nulla avessi detto avrebbe potuto la mia dichiara zione parer men sincera; quindi pensai che il detto e riferito da me avrebbe piuttosto giustificato e discolpato il Vicecurato, che non aggravato il suo torto, che il pubblico aveva in ben altri termini reso maggiore. E tale mia dichiara­zione comunicava prima di stamparla ed al Vicecurato stesso, ed al Ghirin-ghello. Questi mi osservava (giacché prima di stamparla aveva nella mia risposta al Vicecurato accennato a quelle mie parole d'esser pronto a ripetere il mio operato) che non avrebbe approvato questa espressione, che avrebbe potuto ind icare come egli mio confessore avrebbe approvato pienamente la mia con­dotta come ministro. mi soggiunse: so ch'Etto non ha peccato avendo operato con coscienza, né io le avrei mai negata l'assoluzione; ma circa Vapprovar l'ope­rato e in modo ch'Ella possa dire di esser pronto a ricominciare, quasi que-si?autorizzazione le venga confermata da me, non mi sento sufficientemente illuminato nella materia per dichiararlo apertamente e desidero di non assu­merne la responsabilità. Io allora mitigai la mia espressione, e ne fu contento, ma appunto su ciò volle e per sua più che per mia tranquillità, ch'io riferissi alla S.V. Rev.ma tutto ciò per averne la sua opinione.] Com'Ella vede io non volli verun altro, né presumere di convincere il Ghiringhello, che non m'ap­parteneva, ma tranquillo di aver operato con tutta coscienza, e sicuro che con Roma non vi sarebbe stato mezzo di transigere, credo poter dire con piena sicurezza che quel che ho fatto sarei pronto a rifarlo. Ella più d'altri sa con quale spirito cooperai a quel gran fatto, che produrrà e già produsse alcuni inevitabili sconcerti, ma dopo pratiche ed unici con Roma, che non mancheremo di fare, giacché Sauli deve partir presto per Roma, tutto verrà aggiustato con accordo dei poteri. Comunque io ubbidisco al consiglio del Ghiringhello, e con piena fiducia m'indirizzo a Lei, recandole questo nuovo e grande disturbo, onde voglia darmi il suo parere in proposito.
Al che aggiungo sinceramente, che il Ghiringhello pare propenda in ciò che io rimanga al Ministero quel tanto che basti per non far apparire dissenso fra gli altri e me, e poi pigli una buona occasione per ritirarmi. Nel che non sono d'accordo: 1. Perché male con ciò si dissimulerebbe il sospetto già inge­nerato del mio supposto disaccordo. 2 Perché al presente più che mai è indi* spensabile il mio concorso al Ministero. Ella mi accuserà forse di fatuità; ma non è così: il mio nome ha acquistato tal carattere politico, che rappresenta in un ministero sinceramente l'idea costituzionale. La sinistra stessa che certo non mi ama e farà sempre opposizione per sistema ai ministeri della maggio­ranza, mi rispetta e si fida di me e della mia lealtà. Col ritirarmi farei torto e male al ministero ed alla maggioranza. L'essere anche riputato credente e religioso sinceramente e non ipocritamente toglie anche al ministero attuale quel colore d'ateismo, che quantunque immeritato, bugiardamente gli vorreb­bero certi partiti imporre. Se la mia salute non mi reggerà per certo mi ritirerò, ma ora veramente panni essere guarito radicalmente da ogni causa reumatica, poter con qualche riposo rifarmi. Si prorogheranno le camere così eviterò la pubblica discussione, fn una parola, chiamato senza il concorso della mia vo. Ionia ad un gran dovere credo mio debito di adempirlo per quanto posso.
Questa mia lunga lettera le dimostrerà sufficientemente come in realtà io mi trovi assai bene avviato in salute, nri obbliga tuttavia a rinnovarle le mie