Rassegna storica del Risorgimento
PIANCIANI LUIGI
anno
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1971
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pagina
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49
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f Luigi Pianciani 49
che vide poi la luce nel 1859 a Basilea e Londra sotto il titolò La Rome des Papes. Qualche anno prima, nel 1847, aveva fatto scalpore il suo Saggio sulla riforma delle prigioni nello Stato Pontificio, un libro che, pur nei suol limiti, ha l'innegabile pregio di denunciare apertamente le penose condizioni delle carceri e dei carcerati pontifici, mentre propone efficaci rimedi atti a risanare le une ed emendare gli altri.
Ma ora la novità della materia, la necessità di un linguaggio rigoroso, unitamente al desiderio di dare agli Italiani una conoscenza il più possibilmente chiara della dottrina e delle diverse scuole socialiste, gli fanno sentire tutta la gravità di un compito, che umilmente egli ritiene superiore alle sue forze.
Come si sa, le conoscenze che del socialismo si avevano in Italia alla seconda metà del secolo scorso, erano alquanto vaghe. È vero ohe le idee sociali francesi si erano diffuse un po' dovunque negli anni 1848-*49, ma la consapevolezza del problema sociale e di una sua possibile soluzione era cosa rara. Mentre in Europa i vari movimenti socialisti si facevano sostenitori di riforme sociali sempre più avanzate, in Italia bisognerà attendere la fine del secolo per vedere la nascita di un partito socialista. stato dimostrato ampiamente che tale ritardo va imputato in parte all'arretratezza dell'economia italiana essenzialmente agri* cola, e per giunta basata su sistemi di coltivazione ancora fendali, ed in parte al prevalere dei problemi etico-politici della libertà e dell'indipendenza.
Ciò nonostante non mancavano Italiani socialisti. Basterebbe fare i nomi di un Montanelli o di un Ferrari, che sin dal lontano 1844 contrapponeva alle cospirazioni patriottiche la rivoluzione sociale delle masse, senza parlare di Carlo Pisacane nei cui scritti si avverte con pari forza l'esigenza della libertà politica e l'isl anza del rinnovamento sociale. ' ' A questo ristretto numero di socialisti risorgimentali appartiene anche Luigi Pianciani.
Al socialismo Pianciani si avvicinò durante il suo esilio francese. A Parigi era ancora vivo il ricordo del '48. delle dispute e tergiversazioni in campo socialista, degli esperimenti del Blanc e del loro misero fallimento; nessuno aveva dimenticato la terribile repressione del Cavaignac. Pianciani, che aveva stretto amicizia con numerosi esuli stranieri e con membri della sinistra parlamentare francese, fu vivamente colpito da quegli avvenimenti. Spinto anche dai nuovi amici si tuffò nello studio del socialismo valutandone tutta l'importanza in riferimento soprattutto alla situazione italiana.
Giacché non bisogna mai dimenticare che lo spoletino, come tutti i socialisti risorgimenatli , fu patriota prima ancora che socialista. Il suo socialismo nacque dalla esperienza quarantottesca intensamente vissuta e sofferta e dal ripensamento di quegli avvenimenti, che avevano acceso nel cuore di tutti tante speranze. Perché il popolo vinse sulle barricate e la guerra fu perduta? Perché l'impeto rivoluzionario iniziale si era subito spento? Perché la rivoluzione era fallita?
Pianciani sostiene nel manoscritto che il fallimento della rivoluzione è da attribuire al fatto che le moltitudini non vi hanno preso quella parte che avrebbero dovuto- prendervi e non ve l'hanno presa perché gli uomini di iniziativa non hanno mostrato loro uno scopo ben determinato . ~* Era soprattutto la
*) 'Veci. L. BCLFERETTI, Socialismo risorgimentale, Torino, 1949, oltre le opere sui singoli socialisti.
2) Dal manoscritto: cap. I. Tutte le altre ri t azioni che d'ora in avanti si incoili re-ranno sono tratte dallo stesso manoscritto.