Rassegna storica del Risorgimento

MOVIMENTO CATTOLICO BERGAMO (PROVINCIA) 1904-1913; NON EXPEDIT
anno <1971>   pagina <53>
immagine non disponibile

I CATTOLICI BERGAMASCHI E L'ATTENUAZIONE DEL NON EXPEDIT
Contributo alla storia del decennio 1904-1913
Dati gli orientamenti ideologici della provincia di Bergamo può non essere privo di interesse vedere il contributo dato da essa, nel periodo 1904-1913, alla evoluzione del movimento cattolico, sia sol piano politico aia sociale.
L'era giolittiana fa caratterizzata da una tregua nella contesa tra Stato e Chiesa, non tanto perché questa avesse accettato di fatto una regolamenta­zione unilaterale della Questione Romana o perché lo statista piemontese fosse senz'altro da annoverarsi tra quei liberali, che effettivamente non erano privi di sensibilità religiosa, ma perché gli intenti dei due poteri si incontrarono nella opportunità di avvalersi di forze moderate per contenere l'estremismo laico discaro ai cattolici e quello sociale avversato sia da questi, che dal Governo. Parve questo a taluni, ad esempio al Salvemini, un ibrido connubio, e sì parlò di alleanza di malavita e sacrestia .1)
In realtà il problema, almeno in prospettiva cattolica, era più serio e più complesso. Permaneva de jure un dissidio con lo Stato, ma nelle amministra­zioni, nella scuola, nel mondo del lavoro, insomma nella vita tutta della società italiana le forze cattoliche erano a volte imponenti. E non si dà caso che delle energie effettive non evolvano sul piano politico, cioè partitico, per difenderai e per progredire. Era vano parlare di deputati cattolici , invece che di cat­tolici deputati ; la distinzione alla quale nei discorsi del tempo, del resto, spesso non si riusciva a rimanere fedeli era abile e notevole sol piano teo­rico, ma se non impossibile, certo non facile, su quello pratico. Era migliore l'altra formula prepararsi nell'astensione , indicante una concentrazione di energie potenziali, che a suo tempo si sarebbero fatte esplodere; ma come ci si potesse effettivamente preparare , senza scendere anche nell'arena della lotta, era difficile a dirsi. Tutto ciò, comunque, si abbia il coraggio di dirlo, sofisti* cava l'attività politica, non tanto di certi governanti, spregiudicati spesso nella scelta delle forze, delle quali avvalersi, quanto dei cattolici, costretti ad agire e ad influenzare la vita della nazione quasi per interposta persona. Quanto risuonò schietta e sincera la voce di Agostino Cameroni, uno dei primi catto-liei deputati , nel Parlamento italiano! E non tanto, si badi, perché la destra ed il centro applaudivano, quanto perché l'estrema protestava e scopriva, sul palcoscenico della tribuna parlamentare, a tutto il Paese, la presenza di energie inutilmente e dannosamente compresse. Queste per la non risolta questione romana , eran costrette a delegare la tutela del proprio programma ad altri indirizzi ideologici, o a mercanteggiarlo con accordi più o meno segreti.2)
' ) FAUSTO FORZI, / cattatici e la società italiana dopo l'unità, Roma, Studili m, 1953, pp. 89-110; FAUSTO FUNZI, Stato e Chiesa, in Nuove questióni dì storia del Risorgi* mento e dall'Unità d'Italia, Milano, Mnrzornli, 1961, pp. 343-353.
2) ml'ideale della guerra religiosa è un ideale parricida.... esclamerà il Cameroni nel suo discorso alla Camera del 31 marzo 1909; tutto il mio cuore è per