Rassegna storica del Risorgimento
MOVIMENTO CATTOLICO BERGAMO (PROVINCIA) 1904-1913; NON EXPEDIT
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Alberto Agazzi
pra larga , là ove non esistevano Camere del Lavoro, come raccomandava la Pastorale collettiva dei Vescovi lombardi fin dal 15 agosto 1901, convinti com'essi erano dell'utilità di accogliere nei Sindacati bianchi anche quegli operai che, pur professando la religione cattolica, si sono, nella pratica della medesima, alquanto rilassati... [che] il numero costituisce la forza, quantunque <nè l'uno né l'altra, per se, siano il diritto .l)
Il Rezzara, forte dell'esito dello sciopero di Ranica e del fatto che poteva certo considerarsi ormai uno dei più qualificati competenti della socialità cattolica in Italia specie per quanto attiene ad una esperienza acquisita attraverso un'opera diuturna di pratica realizzazione fu incaricato di tenere al XX Con* gresso di Modena (9-13 novembre 1910) la relazione su Le Organizzazioni professionali , dalla quale emersero alcuni indirizzi fondamentali, che erano venuti via via maturando come i soli fecondi e possibili, dopo che erano state esperimentate anche vie diverse, che, almeno idealmente, potevano sembrare migliori.2) Più precisamente egli sosteneva la necessità:
di non perseguire Unioni professionali miste di operai e datori di lavoro, che sono ormai un sogno utopistico del passato;
di stringere le Unioni eguali ed affini in Federazioni territoriali ;
di battersi per il riconoscimento giuridico del Sindacato da parte dello Slato, anche in vista della diffusione dell'Istituto del Contratto di lavoro , che deve essere stipulato tra due contraenti idonei a discuterlo, ad accettarlo e ad eseguirlo ;
di adoperarsi per l' educazione delle masse organizzate , in vista di prove del fuoco e di cozzi formidabili , ed anche di una più precisa comprensione dei diritti e degli interessi di altre classi e dell'intera comunità;
di non escludere il ricorso, in particolari circostanze, anche all'arma dello sciopero, pur agendo in una prospettiva di concordia delle classi .
Era un onesto e preciso programma, che tuttavia trovò rumorosa opposizione nei giovani di Miglioli della Montagnola , situatisi su un rialzo del salone del congresso, orientati verso la collaborazione col socialismo riformista, secondo le già sconfessate tesi del Murri. E la collaborazione si attuava, invece, coi liberali moderati, benché riconoscesse il Crispolti. con essi non fosse assolutamente possibile intendersi sul Programma sociale massimo dei cattolici, che pure appartenevano, quasi tutti, a classi non proletarie , cioè al ceto medio ed alla borghesia. Essi, messo da parte lo spirito utilitario , avevano infatti domandato giustizia per la classe popolare... collocando fin da principio la carità nel regno della giustizia .
L'azione giolittiana, quindi, anche se realistica e realizzatrice, appariva equivoca, in quanto chiamava a collaborare coi partiti della borghesia quelli più Squisitamente popolari: il socialista ed il democratico cristiano. Si parlò di me* todo, di pratica di governo, di governamentalismo , ma non di politica, se con questo termine si intenda la lotta per il trionfo di un ideale civile. Ma occorre andare cauti con i gindizi severi. L'uomo di Stato piemontese era di certo una vecchia volpe della Camera Italiana, che ben conosceva, e ben sapeva perciò
i) GIUSEPPE BELOTTI, op. cìt., p, 98.
2) GIOSEPPE BELOTTI, op. cit., pp. 108*113. Lo sciopero della Renica (1909), una località nei pressi di Bergamo, impegnò 50 giorni la massa operaia contro il padronato, che aveva licenziato un dipendente perché esponente dell'attività sindacale. Lo sciopero ra appoggiato dal vescovo mone. Giacomo Maria Radini Tedeschi e dal suo segretario, fl futuro Papa Giovanni XXIII.