Rassegna storica del Risorgimento

MOVIMENTO CATTOLICO BERGAMO (PROVINCIA) 1904-1913; NON EXPEDIT
anno <1971>   pagina <58>
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58 Alberto Agazzi
Non e certo difficile comprendere quale fosse questo desiderato altro mo­do per eludere, senza formalmente abolirlo, il non expedit; come su questa via volgesse l'anima del Pontefice, per evitare la formazione di un Partito Cattolico che avrebbe messo in difficoltà la Chiesa* essendo ancora aperta la questione romana, e che sarebbe stato orientato a sinistra da mia maggioranza murriana;l> come, infine, esso potesse essere gradito anche al Giolitti, al fine di creare un tunnel tra le due parallele lo Stato e la Chiesa con accordi caso per caso, che permettessero di portare alla Camera dei Liberali e persino dei Cattolici illuminatamente moderati.3)
La genesi di questo nuovo trasformismo è in una pagina di storia berga-masca, che cronologicamente inizia, come si è visto, nel 1903, ma che ebbe il suo coronamento nelle elezioni politiche del 6 novembre 1904, che portarono per la prima volta alla Camera tre cattolici, tra i quali Agostino Cameroni di Tre-viglio: cattolici deputati e non deputati cattolici, come sottilmente allora si precisò, al fine di approdare, senza scosse e senza mutamenti radicali, su nuovi lidi, eludendo pericolose affermazioni di principio.8)
L'interessante vicenda è distesamente narrata dal senatore Gianforte Suardi, ty benché ad essa già avesse fatto esplicito riferimento uno dei protagonisti di essa, l'on. Paolo Bonomi, in occasione della commemorazione che egli fece di Ago­stino Cameroni (1870-1920), presso il Consiglio provinciale di Bergamo.
Che se caldi erano i sentimenti dei cattolici verso la Patria,5J ugualmente fervidi erano quelli di molti liberali verso la fede dei padri, come ben testi­moniava il Suardi, che caldeggiava il pieno intervento dei cattolici, nella vita pubblica del nostro Paese, sia perché ho sempre ritenuto pericoloso, diceva, che una gran parte della popolazione si astenesse dalla vita politica, mentre nel­l'azione amministrativa aveva dato buoni frutti la loro collaborazione con gli elementi liberali, sia perché non li avevo mai considerati, quali venivano a torto designati, nemici della Patria . W
La mossa in senso collaborazionistico risulta partisse dal ministro degli Esteri Tommaso Tittoni (1855-1931), certo d'accordo con il Giolitti, che convocò a Milano all'Hotel Cavour il Suardi, proprio mentre attendeva di poter raggiun­
go FERNANDO MANZOTTÌ, / partiti politici italiani dal 1861 al 1918, in Nuove questioni del Risorgimento e delTUnità d'Italia, cit, p. 179.
3} Così Giovanni Giolitti in alcune dichiarazioni a La Stampa del 15 maggio 1907; mentre al repubblicano on. Pilade Mazza nel 1904 aveva dichiarato: Noi, in quanto alla politica ecclesiastica, crediamo che non vi siano cambiamenti da fare. Noi cam­miniamo per la nostra via, senza occuparci delle osservazioni che altri ci possa fare. Il principio nostro è questo, che lo Stato e la Chiesa sono due parallele, che non si debbono incontrare mai . Ed a sua volta l'Osservatore Romano del 14 giugno 1904 : < è pensare cattolico che del principio civile la Chiesa farebbe volentieri a meno... Il mezzo, perché appunto tale, non è da confondersi col fine. Quando il fine si rag­giungesse ugualmente e meglio anche con un altro mezzo, si può, e talvolta e obbligo morale, rinunziare al primo per adottare il secondo .
) FERNANDO MANZOTTÌ, op. citn p. 179.
*) Vedasi Quando e come i cattolici poterono partecipare alle elezioni politiche, in Nuova Antologia, novembre-dicembre 1927, pp. 118-123; BORTOLO BELOTTI, Storia di Bergamo e dei bergamaschi, Bergamo, Bolis, 1959, voi. VI, pp. 147-150.
) GIUSEPPE BELOTTI, op. fc, p. 147. Discorso del 31 marzo 1909.
) Gianforte Suardi, associandosi al Bonomi nel cordoglio per la scomparsa del Cameroni, ricordò la parte che gli spettò nel determinare quel passo... che spinse i cattolici alle urne politiche . Vedasi GIANFORTE SUARDI, op. cit., voi. 11, p. 467.