Rassegna storica del Risorgimento
MOVIMENTO CATTOLICO BERGAMO (PROVINCIA) 1904-1913; NON EXPEDIT
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1971
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non sviluppare comunque un'azione politica, anche se individualmente si (osse arrivati in Parlamento;
tenersi come per il passato a intiera disposizione del Papa;
continuare con il consueto slancio nell'attività locale per la riconquista cristiana della società, nel campo sociale ed educativo.
E alla luce di tali intenti che va intesa la impossibilità per lo Sturzo, che aveva ben altre idee, e più nette e più chiare, di portare l'azione su altro e diverso piano; il fallimento dell'iniziativa del Meda, mirante a creare una Unione Elettorale, alla quale furono contrari il Medolago Albani, il Rezzara stesso e mona. Radini Tedeschi, che ben conoscevano le intenzioni del Pontefice; la sconfessione, infine, della Lega Democratica (1905) di R. Murri, assetato di autonomia, proprio nel momento in cui Pio X era impegnato tutto a ricondurre il movimento cattolico ad un pieno ossequio alla gerarchia. La Fermo Proposito (11 giugno 1905) ribadirà questo programma prudente e di attesa, riassttmibile sul piano politico nella norma del caso per caso *.
Quanto alla scelta di Bergamo come a città alla quale dovesse conformarsi l'elettorato italiano nelle imminenti competizioni, non va dimenticato che essa annoverava nel Medolago Albani e nel Rezzara due personalità, la cui fama, la cui azione profonda nella nostra provincia, le cui alle cariche nell'ambito del cattolicesimo militante del paese erano tali da costituire sufficiente forza di attrazione per le forze cattoliche italiane, specialmente per quelle operanti nel Settentrione.
Forse non a torto si è voluto vedere dell'altro. E cioè che le parole del Pontefice a Paolo Arcari : ah, già, poveri cattolici di Bergamo, erano veramente in condizioni da far pietà! non volessero significare reali loro difficoltà nel* l'imminente contesa elettorale (stante l'estrema debolezza presso di loro delle forze socialiste, e di quelle laiche in genere), quanto piuttosto a ragioni di tur* bamento di Pio X per le questioni interne agitanti il movimento cattolico, questioni che lo avrebbero spinto poco dopo allo scioglimento dell'Opera dei Con* gressi. *1
Le elezioni del 1904, e per il tempo e per il modo con il quale si svolsero, furono, come si è visto, una conseguenza dello sciopero generale proda* mato dai sindacalisti del partito socialista dal 15 al 18 settembre in seguito ai conflitti tra operai, contadini e forze armate avvenuti in Sardegna ed in Sicilia.
l) DINO .SECCO SUABDO, op. cit., pp. 120-122. Secondo le intese del 1904. in sostanza, nella contesa' politica i liberali moderati contavano solo come eletti e i moderati cattolici solo come elettori; ma il non expedit era stato intaccato e le sue ragioni di essere entravano in crisi. Si cominciò anche, da alcuni, a parlare di candidature politiche cattoliche e della necessità di creare un partito cattolico. C'è infine da osservare che agli elettori italiani era stalo indicato come norma il comportamento di Bergamo per il fatto che la nostra diocesi ara stata sempre citata ad esempio come 11 luogo ove alle elezioni politiche era eolilo prendere parte il più esiguo numero di elettori che si registrasse in qualsiasi collegio d'Italia (Cfr. G. B. CASONI, Cinquan-t'itimi di giornalismo, Bologna, 1907, p. 283). L'intervento del 1904, tuttavia, anche per mancanza di tempo, avvenne senza preparazione: fu una spedo di saggio in funzione della conservazione moderata e anlisocialiala : una prova imperniata su fattori negativi che mal si conciliava con le faticose, ma ormai sufficientemente maturate posizioni ideali alle quali i cattoBci erano pervenuti sia sul piano sociale che politico. Quanto alla crisi dell'Opera dei Congressi vedasi : GABRIELE DE ROSA, Storia del movi* mento cattolico in Italia, Bari, Laterza, 1965. voi, I, pp. 345, 366-368.