Rassegna storica del Risorgimento
MOVIMENTO CATTOLICO BERGAMO (PROVINCIA) 1904-1913; NON EXPEDIT
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non è all'altezza*. Lo scoppio delia guerra 1915-'J8 fermò l'esperimento, del resto conclusosi positivamente: le elezioni del 1919, con di mezzo il grande conflitto, riveleranno ampiamente quanto questo avesse operato oltre che sul còrpo, sullo spirito della Nazione.
Circa il Patto Geniiloni esso mirava ad un perfezionamento della tattica elettorale del 1909: nella impossibilità e nella non opportunità di formare un par-tito democratico cristiano che, tra l'altro, non avrebbe conquistato la maggio* ranza alla Camera, e forse poteva nascere inficiato di popolarismo eccessivo, la Chiesa, convinta che non era tempo ancora di rinunciare formalmente all'arma dell'astensionismo proprio quando il Governo italiano mostrava di più temerlo, ma non era tuttavia pronto a riconoscere le giuste ragioni del Papato , asse-condò l'idea di un accordo contenente richieste a lei care (Congregazioni religiose, matrimonio, insegnamento religioso, insegnamento privato, leghe bianche), che i liberali avrebbero dovuto sottoscrivere, se volevano l'appoggio elettorale dei cattolici. E in questo modo ben 228 candidati liberali entrarono in Parlamento.
La segretezza del patto, che quindi poteva essere interpretalo come vergognoso, e le facili accuse al Governo d'essere sotto la soggezione della Chiesa causarono, però, la caduta del ministero, in una accesa rivivescenza di anticlericalismo radicale-massonico. Ma il Patto, in realtà, dispiacque anche a molti liberali e fu accolto solo in spirito di cristiana obbedienza anche da diversi cattolici. Mussolini definirà quindici anni dopo raccordo il capolavoro del liberalismo dell'epoca... un patto di compromessi, che oggi si può dire di ipocrisia . *)
È interessante narrare quanto avvenne a Bergamo. Le personalità più in vista nel campo cattolico erano nella nostra città e nella nostra provincia il Medo-lago Albani ed il Rezzara, tntt'e due impegnati prevalentemente nel campo della socialità. Due uomini notevoli per capacità e per carattere, ma diversi per origine e per mentalità: un patrizio intelligente, fedele esecutore delle direttive pontificie l'uno un abilissimo e quasi proletario, almeno di origine, tenace realizzatore di sane idee l'altro.
Ma era poi veramente buona l'idea del Patto Gentiloni? Chi avrebbe dato il crisma della eleggibilità a ciascuno dei liberali candidati dei Collegi della provincia? Neppure su Gianforte Suardi, ad esempio, ora si era d'accordo tutti, perché la sua fede liberale gli aveva permesso, al massimo, sul piano religioso, di definirsi a-cristiano, e anche se, di fatto, cattolico egli certamente era.2) L'accordo, insomma, aveva una giustificazione prevalentemente pratica, era un accomodamento, una scelta del men peggio, secondo prudenza; e poteva infastidire chi ama per natura le risoluzioni chiare ed è geloso custode del suo campo d'azione.
i) ARTURO CARLO JEMOLO, Stato e Chiesa in Italia negli ultimi cento anni, Torino, Einaudi, 1955, pp. 535-541. IVANOE MONOMI, La politica italiana da Porta Pia a Vittorio Veneto (1870J9I8), Torino, Einaudi, 1944, pp. 257, 304 e 305. GINO SECCO SCARDO, / cattolici intransigenti, Brescia, Morcelliana, 1962, p. 135. BENITO MUSSOLINI. Opera Omnia, Firenze, La Fenice, 1951, voi, XXIV, p. 105. Discorso sugli Accordi del Luterano (25 maggio 1929). So la Croce di Costantino di Caltagirone don Luigi Sturzo parlava di e Prostituzione di un voto che nulla significa per sé, perché non ha programma, non ha carattere, non ba vita... appoggiando i moderati si è fatta opera di reazione, si è andati contro a un complesso di aspirazioni e di vitalità che rispondono ai bisogni del proletariato, all'avvenire delle forze sociali cristiane .
2) La Gazzetta di Bergamo in risposta a L'Eco di Bergamo.