Rassegna storica del Risorgimento

MOVIMENTO CATTOLICO BERGAMO (PROVINCIA) 1904-1913; NON EXPEDIT
anno <1971>   pagina <73>
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a! era, comunque, più o meno d'accordo cotti sull'esigenza di ridurre ad unità d'azione tutti i cattolici , come scriveva la Civiltà Cattolica e come il 28 agosto 1912 stabiliva in una adunanza generale l'Unione elettorale cattolica ber­gamasca, riunitasi alla presenza del conte Ottorino Gentiloni, del suo presidente diocesano nob. Rodolfo Alessandri e, naturalmente, del Medolapo Albani e del Rezzara. Al Corriere delta sera non sfuggiva l'importanza dell'incontro, i cui risultati si opinava che sarebbero stati trasferiti su piano nazionale, tanto che il 29 agosto il quotidiano milanese invitava ad essere sì anche nel campo eletto­rale in tutto e per tutto col Papa, senza tuttavia dimenticare il piccolo fatto storico che si chiama Regno d'Italia.
Il Meda, a proposito di questo convegno, era andato più avanti, e pensava alla creazione di un vero e proprio Partito Popolare, al quale naturalmente dovette rinunciare, che la questione avrebbe trovato una diversa risoluzione nel Patto Gentiloni, che in sostanza raccomandava candidature liheral-moderete sostenute dal voto dei cattolici, dopo accordi alla Bonomi-Tittoni cari al Medo-lago Albani, ma assai meno al Rezzara, a don Clienze Borioloiii ed al segretario del vescovo stesso don Angelo Roncalli, auspicanti tutti rappresentanze autenti­camente cattoliche e, pertanto, ostili persino alla rielezione dell'on. Suardi, amico del Medolago Albani ed uno degli artefici del blocco clerico-moderato del 1904.
Qualche misurato contrasto già si era delineato tra il Medolago Albani ed il Rezzara, che al primo appariva del gruppo di quelli che corrono troppo , come il Toniolo ed il Meda, che aveva definito il nobile bergamasco un pruno negli occhi ; ed i parroci della città, d'origine popolare, come i confratelli tutti della provincia, testimoniavano dell'esistenza di una mal repressa lotta in un eBposto collegiale al Vescovo del 31 marzo 1907, parlando addirittura di un venir meno dell'affiatamento e della fiducia reciproca, dello scavarsi di un abisso, anche per la diffidenza che cominciava a serpeggiare nei confronti dei capitani della nostra azione cattolica .J '
Quando si venne all'applicazione dell'accordo tra cattolici e liberali in provincia di Bergamo il contrasto scoppiò. 11 21 aprile 1913 veniva inviato al conte Gentiloni, da parte della Direzione Diocesana, un memoriale, firmato dal presidente Nicolò Rezzara e dai presidenti delle cinque sezioni (uno per cia­scuno dei cinque collegi, ove si sarebbe dovuto appoggiare il candidato liberale), con osservazioni circa l'opportunità della presentazione dell'on. Egildo Carugati a Zogno, che si desiderava sostituito con un candidato schiettamente ed aper­tamente cattolico militante, non appartenente alla classe dirigente industriale, e possibilmente valligiano e dell'on. Silvio Crespi, industriale, a Caprino-Ponte S. Pietro, Collegio con un elettorato prevalentemente proletario.2)
Sul contenuto del memoriale, steso dal direttore de L'Eco di Bergamo don Clienze Bortolotti, vice-presidente della Direzione Diocesana, e da lui portato a Roma, fu chiesto dalla Santa Sede il segreto parere del conte Stanislao Medo­lago Albani, che rispose esprimendosi negativamente sul Bortolotti, sul Rezzara
3) GIUSEPPE BELOTTI, op. rit., p. 99.
2) GIUSEPPE BEMITTI, op. cit pp. 115*117. Tra i firmatari del Memoriale è don Angelo Roncalli per la V Sezione. Al posto del Crespi ai proponeva l'nw. Giovam­battista Preda, cattolico militante, sindaco di Bergamo. Su latta la vicenda delle ele­zioni 1913, del Patto Gentiloni e del contrasto Medolago-Rczzurn, vedasi anche GA­BRIELE DB ROSA, op, c/iH voi. I, pp. 557-570.