Rassegna storica del Risorgimento

MOVIMENTO CATTOLICO BERGAMO (PROVINCIA) 1904-1913; NON EXPEDIT
anno <1971>   pagina <74>
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74 Alberto Agazzi
e sulla Direzione Diocesana, agitata da sedute tempestosissime. Vi si parlava anche di e smania di soddisfare l'ambizione di taluni cattolici aspiranti alla medaglietta e vi si palesavano in sostanza i dissidi esistenti tra la corrente Rezzara e la Medolago Albani.
Una corsa del Vescovo mona. Raduti Tedeschi a Roma fermò appena in tempo una sconfessione pubblica dell'operato della Direzione Diocesana di Bergamo, di cui faceva parte lo stesso segretario del Vescovo don Angelo Ron­calli, che fu quindi più che un testimone come scrisse di quel groviglio inaspettato di idee, di persone, di cose.
La vicenda angosciò il Rezzara ed amareggiò gli ultimissimi anni di sua vita, ma essa è rivelatrice della comprensibile perplessità che la risoluzione di ripiego, necessariamente adottata nelle elezioni del 1913, lasciò nello spirito di molti cattolici. Aveva comunque davvero giovato alle due parti un patto scritto ? D
In realtà la nuova situazione venutasi a creare anche a Bergamo, ove risie­devano tanti eminenti uomini rappresentativi del movimento cattolico, era la con* seguenza dello scioglimento dell'Opera dei Congressi, che al Radini Tedeschi ed al Rezzara parve una iattura, mentre al Medolago Albani un provvedimento ine­vitabile e quasi riequilibratore di una situazione che era venata deteriorandosi tra le correnti dei giovani, desiderosi di novità, e quella conservatrice, tra il nnovo Presidente dell'Opera Giovanni Grosoli, dietro il quale si sospettava ci fosse il Murri, ed il moderatismo.
Si trattò, comunque, di una crisi, anche in sede locale. In realtà il Medolago Albani era stato, sia pure con la concessione della solita medaglia d'oro, allonta­nato dalla Direzione Diocesana dopo trent'anni di presidenza ininterrotta e gli era sacceduto il Rezzara, che sembrava esprimere meglio il clima dominante nella diocesi, dopo l'avvento del nuovo vescovo. E Rezzara e Radini Tedeschi, prò-
i) ANGELO RONCALLI, op. cit p. 102. DINO SECCO SUAROO, / cattolici bergamaschi e te elezioni del 1913, in L'Eco di Bergamo, 28 luglio 1963. Del dolore del Rezzara per la sconfessione di Roma vi sono documenti accorati ed eloquenti: una lettera a nions. Gino Daelli, in cui afferma : Io ho sempre obbedito ai Papa, e rigidamente obbedito in tutto, anche in materia elettorale politica (9 agosto 1913) ed una al Medolago Al­bani, in cui dichiara : In tutta la mia vita, non bo passato giorni così tristi, come dal 20 giugno in poi... Il pensiero di una sconfessione... mi fece dolorare e piangere (22 agosto 1913). In GIUSEPPE BELOTTI, op. cit pp. 116-118, ove è riportata anebe una frase dal Rezzara pronunciata a Gru mei Io del Monte il 10 maggio 1914: Dalla vita, alla morte, il posso è breve. Mori 1*8 febbraio 1915, con generale compianto. Il socialista avv. Domenico Gennati di lui dirà al Consiglio comunale di Bergamo : Noi socialisti possiamo deplorare che il tesoro di energie spese, durante la vita dello scomparso collega, sia stato speso per cause ideali e scopi, contro i quali siamo stati siamo e saremo sempre in armi. Ma non possiamo neppure dimenticare ebe Nicolò Rezzara ebbe non pochi titoli alla reverente estimazione degli avversari. Quest'uomo, che ha chiuso la sua carriera mortole, povero come povero ebbe ad incominciarla; che, avendo sviluppato un vasto movimento di idee e di interessi, nulla ba chiesto per sé, solo soddisfatto del consenso che l'opera sua andava suscitandogli intorno, quest'uomo fu certo una nobile espressione di fede, di forza e di disinteresse. Sotto questo ri* guardo, il prof. Nicolò Rezzara ba insegnato qualche cosa agli uomini di tutti i partiti, perché ha insegnato loro coma una fedo si intenda e come uno fede si professa e si propugna. Ed è perciò che al forte avversario, che ha combattuto e fu combattuto con pari accanimento, noi diamo, riverenti, il nostro saluto .