Rassegna storica del Risorgimento
BATTAGLIA FELICE
anno
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1919
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pagina
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659
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Un prete brìganteyatrtota nel 1812-13 669
Napoli e Milano e di aver in Rieti il bar. Cappelletti e il Mse. Alnffi. e Felice Simeoni, luogotenente aJl'eppoa dell'antico governo, e molti uomini nei vari paesi] e fra poco un'armata di circa 30 mila uomini; e invitò anche con minacce i suoi aderenti a seguirlo per far insorgere il paese, abbassar 1' armi imperiali e massacrar tutti quelli olle volessero contrariarli e passando per i paesi di Cel-leno, Rocca del Vecce, S. Michel, Civitella d'Ogliano, Castiglione Bomarso, Vitorchiano, Soriano e Acquapendente, attaccare da due parti Yiterbo e impadronirsene.
La colonna degli insorgenti, d'una trentina di persone, a Rocca del Vecce fu raggiunta dai soldati; ma asseragliatasi in un palazzo del paese, riuscì a fuggire. H prete D. Pietro Pacchiarotti di Grotte S. Stefano, che col Battaglia capitanava quegli insorgenti, a detta d'un testimone di Rocoa del Vecce, su "domanda gli dichiarò: Sappiate che noi componiamo la Lega italiana, che si spande da Napoli a Torino.... Noi non vogliamo più esser soggetti ad alcuno. Noi non vogliamo più ne Francesi, ne Tedeschi, ne Napoletani, né alcun'altra nazione, ma noi vogliamo esser indipendenti e non vogliamo più pagar l'imposte. L'Italia è il popolo più ricco, più forte, più civile di tutti gli altri. Scuoterne il giogo questo è lo scopo della nostra Lega .
Chiestogli del nuovo governo, rimandò la risposta all'indomani, dovendo andare a riposare.
Il 21 novembre il Battaglia, con la sua cinquantina d'uomini, era a Civitella d'Aiano. ove dichiarava di voler render indipendente fattoi ,ìì paese. Dopo essere stato a S. Michele e Castiglione ingrossato di uomini, che pere;- non mai furon più di 150, passò il Tevere. Intanto l'autorità erasi data, come abbian visto-, alla caccia del Battaglia e dei suoi seguaci e aveva incominciato l'arresto di presunti complici, cavando da questi i primi lumi, per cui fa proceduto alla carcerazione del Beneivenga e d'altri sei individui in Roma e a qualche rimarchevole persona in Rieti. Il sottoprefetto di Viterbo pubblicava poi un bando in data 23 novembre, mettendo a premio di scudi 300 l'arresto o l'uccisione del capo brigante D. Felice Battaglia , col benefìcio anche dell'amnistia a quello de' seguaci che fosse riuscito; ssell'operazione. E mentre il Direttore generale di Polizia, Norviu, si occupava di questo grande affare , veniva incaricato il giudici rapportatore presso la Commissione militare per il giudizio della banda Battaglia e complici, prevenuti di ribellione tendente a turbane la pubblica tranquillità
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