Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO DI STATO DI CREMONA CARTE BARGONI; BARGONI ANGELO CART
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1971
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pagina
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89
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Le carte di Angelo Bargoni 89
clcsiastico Jl ed il Bargoni dimostra d'aver ormai perso ogni simpatia giovanile, se por ce ne fu, per la Chiesa cattolica e di aver perfettamente assimilati alcuni temi cari alTanticlericalismo liberale.
Le Zettere al PezzinL Nel fondo è compreso un gruppo di ventidue lettere 2) inviate dal Bargoni all'amico cremonese ing. Luigi Pezzini 8) negli anni compresi tra il 1854 e il 1861, durante il soggiorno a Genova e a Torino. La raccolta, benché lasci intravedere un frequente rapporto epistolare ci è giunta largamente incompleta.
Nella lettera del 6 aprile 1854 il Bargoni ironizza sul contributo non richiesto del Pezzini nel dirimere una questione imprecisata sorta tra il Bargoni stesso ed un non identificato Ingegnere.
Le lettere del 26 e 31 luglio 1854 ricostruiscono una relazione amorosa con una giovane cremonese di cui ci è rimasto solamente il nome: Elide. Le due lettere, lunghissime, hanno il tono di chi cerca in ogni modo giustificazioni per il proprio operato. Il Bargoni consegue lo scopo rasando alternativamente la nota patetica e la nota del mistero, e ponendosi in tal modo al centro, come vittima, di una sorta di romanzo d'appendice. Sicuramente la realtà fu un'altra e piuttosto squallida-: il Bargoni approfittò del soggiorno genovese per togliersi da un impiccio sentimentale che gli risultava sempre più gravoso.
Alla cura del colera si fa riferimento nelle lettere, del 2 novembre 1854 e del 10 agosto 1855.4> Il timore della diffusione del morbo in Lombardia e, contemporaneamente, il desiderio di offrire la competenza maturata durante l'epidemia di Genova, spiegano le ripetute indicazioni profilattiche.
La lettera del 26 luglio 1855 5) esprime, accanto ad annotazioni personali, un amaro compianto della propria condizione di esule non danaroso , riferisce deB*imminente matrimonio con la cremonese Fanny Dentoni G) ed un giu-
X) H Bargoni, dichiarandosi d'accordo con una non meglio precisata corrente teologica, afferma che il celibato ecclesiastico non è fondato sa alcun precetto divino né volato da alcone necessità della Chiesa; anche le giustificazioni addotte dalla Tradizione Magisterinle, come la possibilità di dedicarsi totalmente alla Chiesa, in assenza dei vincoli famigliari, non reggerebbero dal momento che i preti hanno sempre voluto bene alle donne ed hanno sempre amato di tenerne qualcuna in casa come lo testificano tutti i Concili e si sono sempre applicati alle cure del secolo con maggiore sollecitudine che non a quelle della Chiesa . Il motivo del perdurare di questa norma, secondo il Bargoni, è nn altro, e non certo pio. La Chiesa ha impedito il matrimonio dei preti per evitare che i suoi beni, ingenti e sempre avidamente ricercati, finissero frantumati e privatizzali, sottoposti al vincolo ereditario.
2) Alla raccolta si aggiungono due lettere dello slesso Pezzini ed un appunto di Eugenio Romani, collega di Bargoni presso la sede genovese della Compagnia d'Assicurazioni The Greaham*.
-") Da ricerche effettuate presso l'Archivio della Chiesa Parrocchiale di S. Agata in Cremona, siamo riusciti a stabilire i dati essenziali della biografìa del Pezzini. Nacque a Cremona il 1 ottobre 1828 dall'ing. Marco, che fu membro del Comitato di Finanza affiancante il Governo Provvisorio Cittadino dopo il 19 marzo 1848, e vi mori fl 25 febbraio 1896, lasciando numerosi figli. La sua presenza, nella vita politica e culturale dello lina, non ebbe particolari risonanze.
*) A Genova il Bargoni fu tra i promotori di un'associazione di assistenza per gli emigrati italiani colpiti dal colera, cui aderirono, tra gli altri, Giacomo Medici, Orette Regnoli, Agostino Bertoni.
6) La lettera, per il suo interesse, è stala riportata in appendice.
s) La moglie del Bargoni fu assai solidale col marito per la causa italiana: onde