Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI CREMONA CARTE BARGONI; BARGONI ANGELO CART
anno <1971>   pagina <93>
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Le carte di Angelo Bar goni 93
solleverà all'epoca della sua discussione, un diavolerio che non finirà per bene. Per lo contrario il Governo non pensa a riorganizzare la pubblica istruzione sopra un piede degno dei tempi e del paese. Ora mi si dice persino che un ufficiale di Ministero stia elaborando, per conto del Governo, un progetto ap­punto di assicurazioni contro i fallimenti. Sarà il centesimo caso di un progetto uscito dalla penna o dal cervello di un privato od anche specialmente di un emigrato che fornisce materia ad un monopolio governativo. Non so perciò, quando anche me ne fosse riescito rimpianto, se il Governo, ad onta delle prime buone parole, me lo avrebbe autorizzato. Il non essere poi riescito dipende da cause tutt'affatto speciali. Ho trovato persone eccellentemente disposte che si sono ritirate, per cause unicamente di qualche amico che accolse ridendo l'idea di vederli fare iniziatori di un'Associazione contro i fallimenti o di qualche altro che fece loro credere sconveniente il mettersi a capo di una simile im­presa pel pericolo di essere stimati essi pei pessimi in bisogno di ricorrere alla medesima. La stessa mia condizione di emigrato e di emigrato non danaroso fu di non lieve ostacolo a rendermi accettevole presso l'aristocrazia commerciale, la quale, del resto, segregata in certo modo e specialmente a Genova, dal col­lettivo movimento delle forze tutte del paese, ascolta sempre con diffidenza quei nuovi progetti che possono provocare una deviazione nella ordinaria gè-elione delle loro faccende. Aggiungi poi il danno che risentii quando, * con cui dopo un anno e mezzo di reciproco contatto non sono ancora d'accordo sulla base fondamentale del Progetto, andò dicendo che io non avevo fatto che raccogliere i suoi studi di quattro anni, sebbene egli per ragioni speciali non figurasse fondatore. Questo discorso venne proprio a proposito per inci­dere la pubblica fiducia.
E a Genova che, come forse saprai, ho finalmente trovato un impiego; e per averlo non ebbi che a rivolgermi confidenzialmente al direttore di tre Com­pagnie inglesi per le quali lavora anche il Sig. Eugenio. Quel sig. direttore, a cui si era fatto credere che io non mi sarei mai accomodato ad accettare un qualunque impiego nelle sue tre imprese, accolse con piacere la mia proposi­zione e mi offerse la direzione della Rappresentanza di Genova, die in massima accettai e per la quale attendo le opportune condizioni, che posso parimenti supporre accettevole Ciò mette in imbarazzo Eugenio che non vorrebbe sepa­rarsi da me e che io accetterei ben volentieri nel mio ufficio, se non mi si imponesse come condizione irrevocabile, la conservazione dell'impiego ad uno che già vi si trova addetto.
Ora poi viene il buono. L'assicurazione di un impiego e quindi della mia posizione porta con se la necessità del mio matrimonio. Non far tanto d'occhi, ma la è cosi. E quando dico necessità, dico tutto, e mi dispenso dall'enume-rarti i motivi che lo rendono appunto indispensabile. A te, primo e solo, porgo questa notizia, sebbene conosca che tu possa farle male accoglienza ricordandomi certe lue lettere d'altra volta. Ma ciò ti provi la confidenza che ho in te, la quale va taril'oltre da chiederti in proposito un vero servigio. Siccome conosco Cremona, cosi mi preme evitare ogni e qualunque pettegolezzo, tanto più per­ché non ne abbia dispiaceri la mia famiglia, a cui parteciperò io preventiva mente e direttamente la cosa, ma quando sarà più vicina alla sua realizzazione.
Nel frattempo tu devi procurarmi le carte opportune che credo consistano in Fede di nascita ed in Attestato di stato libero, rilasciato dalla caria locale,
* Nascosto da una sigla oscura, il nomo dell'oppositore rimane ignoto.