Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI CREMONA CARTE BARGONI; BARGONI ANGELO CART
anno <1971>   pagina <94>
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Franco Verdi
Io, Angelo Bar goni di Antonio e di Ceretti Maria Bono nato sotto la parroc­chia della Cattedrale il 26 maggio 1829. Essa, Geronima Dentoni di Benedetto e di Anna Casarotti è nata sotto la parrocchia di S. Agostino il 25 settembre 1828. Ogni spesa ti sarà prontamente e fedelmente rimborsata. Ma per procu­rarti ogni cosa sarà bene che tu ne dia l'incarico a qualche bravo prete sulla cui segretezza tu possa contare. Se di questa avessi potuto accertarmi ti avrei risparmiato l'incomodo rivolgendomi a Don Desiderio Bonardi, addetto alla Curia vescovile. Ma non lo conosco abbastanza. Specialmente a S. Agostino bi­sogna essere cauti; perché mio zio, che non si ricorderà quel nome, non abbia a sospettarne, altrimenti lo sanno le sue sorelle e colle sorelle tutta la città.
Le mie condizioni mi rendono duro questo passo; né mi mancarono gli amici che mi confortarono coi loro consigli a calpestare ogni pregiudizio e convivere colla donna amata, consacrando col solo affetto la mia unione con essa. Ma le esigenze di famìglia e soprattutto il timore che tra questi amici non mancasse poi chi credesse di essere, dell'averlo io ascoltato, autorizzato a non serbare per la mia donna il necessario rispetto, mi hanno persuaso che un si­mile passo non è conveniente se non quando avrà, almeno la consacrazione delle leggi civili. Non conosco od almeno non ricordo la tua opinione in questo pro­posito. Ma credo che non mi vorrai condannare.
Attendo, per mia tranquillità, una pronta risposta alla presente, special­mente attesa l'urgenza della preghiera che ti ho fatto, e nella certezza d'aver fondatamente contato sulla tua amicizia ho il piacere di abbracciarti cordial­mente e di confessarmi
Tuo aff.mo amico
Angelo
n
LUIGI PEZZINI A CAROLINA PEZZINI
[Ci è parsa degna di evidenza, accanto ai documenti del Bargoni, anche questa lettera del Pexzini alla sorella Carolina, Vi si descrivono i moti studen­teschi che agitarono la città di Pavia nel febbraio del 1848.1
[Pavia], 11 febbraio 1848
Carolina carissima,
Non posso che infinitamente ringraziarti per la tua premura per la nostra allegria; ma peccato che sieno avvenuti quei tristi casi, come già scrissi nel­l'ultima mia al papà. L'allegria fu quasi nulla al nostro pranzo. Ci sentivamo e tuttora ci sentiamo troppo agitati delle vicende accadute. Dopo martedì non accadde alcunché di sinistro; fuorché la continuazione degli insulti e provoca* menti de* militari verso i studenti ed i cittadini. Mercoledì mattina partirono per Milano una rappresentanza dell'Università ed un'altra di cittadini, onde avere qualche soddisfazione per il cattivo contegno de* militari. Ieri tornarono senza aver ottenuto alcuna cosa, è ieri stesso una nuova rappresentanza della Università, stimolata dall'inquietudine de' studenti andò a Milano col pro­posito di non ritornare che con qualche decreto, il quale riguarda se devono