Rassegna storica del Risorgimento

BATTAGLIA FELICE
anno <1919>   pagina <661>
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, Un prete brigante-patìiòta nel 1:812-13 661
confessò molte oose e feoe parecchi nomi, probabilmente non ignaro che da taluni principali suoi complici, arrestati ed esaminati in precedenza, erano state palesate parecchie fila della sua congiura. Uno d'essi, il dott. Mencarini, che come l'altro medico di Grotte Luigi Saolangeli, era stato complice delBattaglia e dei più ardimen­tosi, giunse ad asserire che il progetto del Battaglia era di occa­sionare un'insorgenza in tutta l'Italia e di crearsi sovrano da se stesso, e sovrano indipendente dalla tirannia francese . Non sap­piamo qual fondamento avesse l'asserzione, su cui, secondo accenno poi nelle sue Memorie lo stesso Battaglia, egli fu poi interrogato a Roma dal direttore generale di Polizia [Se aveste vinto, vi sareste fatto re d) Italia ?); probabilmente essa era solo una voce maligna. L'accusa cozza in ogni modo con quelle lanciate contro il Batta­glia dall' Orioli ne suoi Bicordi. Ma che dire dell'altra accusa di costui, che il Battaglia nelle interrogazioni desse ad intendere che lo scopo era non già favorire il Papa, ma stabilire una repub­blica indipendente ? Crediamo metta conto, come documento storico, riferire degli interrogatori del Battaglia il seguente ca­ratteristico brano :
Le differenti impressioni di annientamento, che i successi della guerra attuale perniciosa alla Francia, occasionavano nello spirito degli Italiani, mi fecero pensare alla maniera di conservare, se era possibile, l'indipendenza in Italia, in luogo di farla cadere fra le mani d' un altro Sovrano. Io non amo ne gli Inglesi, nò i Tedeschi, né gli Spagnoli né ogni altro straniero, di cui lascio di parlare, s'essi vogliono attribuirsi il titolo di dominatori dell'Italia. Io amo si fortemente gl'Italiani, che ho pianto più volte di tene­rezza al solo considerar la felicità dell'indipendenza di questo po polo;,, e io ero straordinariamente preso da questa idea che, mal­grado la combinazione delle circostanze attuali, prevedeva che era assai focile d'ottener questa indipendenza. H mio desiderio si ac­crebbe ancor di più allorché, parlando di questo affare con varii individui di differenti comuni d'Italia, questi non facevano che sospirar profondamente per la gioÌeh'essi concepivano all'idea di questa indipendenza. Fu allora ch'io mi occupai della formazione del progetto e dimostrai che nelle circostanze attuali questo non incontrerebbe alcuna difficoltà, e d'altronde era giusto e necessario, attesoché Napoleone era costretto a lasciar l'Italia e che era ancor peggio per noi e per Napoleone se qualunque altro sovrano stra­niero veni-jse ad occuparla* e infine che questo disegno non era