Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO DI STATO DI CREMONA CARTE BARGONI; BARGONI ANGELO CART
anno
<
1971
>
pagina
<
98
>
98
Libri e periodici
mancanza dì stadi più recenti, essi possano essere considerati ancora validi, si è ere* duto opportuno ripresentarne alenai all'attenzione del lettore odierno. Accanto alle riproduzioni fotostatiche di Lucca e il suo Ducato di C. Sardi e al Sommario della storia di Lucca daWanno ÌILW all'anno MDCC di G. Tommasi, si pone la nnova edizione di quest'altro scritto del Sardi, apparso la prima volta nel lontano 1905 ralla Rivista Lucchese. L'editore M. Panni Fari ha dato al volume una bella veste tipografi, ricca di riproduzioni di quadri e di disegni, alcuni dei quali inediti. Precede una introduzione di Italo Pizzi ed una lunga prefazione di John Fleming.
Cesare Sardi, con una umiltà che si ritrova in tutti i suoi scritti (riguardo alla sua personalità e alla sua formazione culturale rimando a quanto ho già scritto in Cesare Sardi e la sua storia di Lucca, in Clio, 1967, pp. 113-124) mette immediatamente in chiaro, nel primo capitolo, quali sono i limiti del suo modesto lavoro, che cercando soprattutto i fatti della vita pratica , presenta qualche interesse più dal lato della curiosità che da quello dell'erudizione. Non ci troviamo di fronte ad una storia di Lucca nel sec. XVIII, ma, direi, di fronte ad una serie di bozzetti, che nel loro insieme compongono un quadro, vario ed animato, riprodneente diversi aspetti della vita che si svolgeva dentro e fuori le mura della piccola repubblica. Vediamo la città settecentesca con le sue strade, piazze, palazzi, chiese, osterìe, locande, caffè, nei quali si muove una folla di nobili e popolani, dì rappresentanti del clero e del gentil sesso, e naturalmente anche di forestieri. Scene animate presentano gli interni delle case patrizie, dove sullo sfondo di un arredamento esaminato nei minati particolari, si balla, si gioco, ci si diverte con giocondità: accanto ai signori lussuosamente abbigliati, nonostante le leggi suntuarie si intravedono numerosi servitori, sfaccendati ed oziosi come tanti loro padroni. Ma la vita in gran parte svolge-vasi fuor delle case, perciò più animate ancora appaiono le strade, le piazze: Canto d'Arco, la Loggia del Podestà e specialmente il Fillungo, dove durante il carnevale aristocrazia e popolo minuto sembrano fondersi in una allegra baldoria di maschere, che richiama alla mente i più celebri carnevali di Venezia. In queste strade vediamo fare la loro prima apparizione alcuni lampioni, che danno alla buia deserta città notturna un aspetto nuovo e vivace (ma nelle sere di luna la tradizionale parsimonia lucchese imponeva di regolare la misura dell'olio!). Frequentatissime sono le botteghe di caffè, che ai aprono in gran numero dopo la comparsa della nera bevanda: vi sono quelle riservate agli aristocratici e quelle frequentate dai popolani; sia le une che le altre costituiscono centri di riunione, dove si gioca - hiribisso, biliardo, nonché bische ma dove si discutono anche le notizie portate dalla varie gazzette o quelle che giungono in città attraverso le lettere inviate dai lucchesi sparsi in ogni parte d'Europa. Non mancano, in questa ricostruzione di vita settecentesca, anche schizzi umoristici, come la descrizione del fallito tentativo di volo aercostatico di Vincenzo Lunardi o quella degli incìdenti prodotti dal tabaccare , un'usanza sudicia e brut-ta , a cai non si sottrae neppure il clero e che non impedisce al governo della repubblica, un di tanto austera, dì impinguare le casse dello Stato attraverso opportuni balzelli.
Ma non è solo un atteggiamento esteriore che Sardi si prefìgge di cogliere: egli vuole delincare nn modo di vivere che e la manifestazione di un costarne morale. Via via che il secolo avanza, la società lucchese, che ci era apparsa in tutta la sua gaiezza, svela il vuoto che ai nasconde dietro quelle parvenze di benessere e di felicità. Negli ultimi capitoli l'autore pone l'accento sulla frivolezza dilagante, sulla corruzione, sulla licenza trasmodante , argomenti; cito gli strappano pagine dense dì considerazioni morali. < Già le spade nemiche erano alle porte di casa ... precipitavano gli eventi... eppure ri divertivano ancora! . Al quadro della vita del pieno Settecento, dipinto con toni luminosi e vivi, fa rincontro quello n tinte fosche del periodo seguente l'occupazione francese. Scompare lo vecchia repubblica aristocratica, che se anche gaudente e frivola li costumi nella vita privata, era stata retta e prudente in quella pubblica. Sardi si sofferma solo di passaggio sui buoni ordinamenti politici che, tramandati nel tempo, le avevano dato prosperità e quiete; ma nel sottofondo di tatto il lavoro serpeggia questa convinzione di uno situazione felice, invidiabile, che si