Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO DI STATO DI CREMONA CARTE BARGONI; BARGONI ANGELO CART
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1971
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Libri e Periodici
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mezza Europa e nelle biblioteche. Si noti inoltre che nessuno di questi suoi scrìtti può essere definito superfluo o non approfondito: tutti hanno il marchio dell'originalità e dell'accuratezza.
Quest'opera riunisce in un unico volume saggi, oggi in gran parte non rintracciabili facilmente, che trattano i problemi artistici e letterari italiani nell'opera della Rivoluzione e dell'Impero. In realtà essa tocca profondamente anche la storia politica di quell'età, stimola a confronti e a considerazioni generali, diradando nel contempo vaste zone oscure. Il libro, che si avvale di una nitida ed elegante veste tipografica, si compone di due parti ben distinte: l'una riguarda l'epoca direttoriale e l'altra quella più propriamente napoleonica.
Esaminando la prima, prendiamo visione dei seguenti capitoli che toccano argo* menti diversi: i rapporti fruiieo-toseimi dal 1792 al 1796 e poi dal 1796 al 1798 con cenni sulla missione dell'ambasciatore Cadetti nonché sui rapporti Fontana-Bonaparte (Fontana era il direttore del Museo di fìsica e di storia naturale), i libri e gli oggetti d'arte abbandonati a Parigi da Vittorio Alfieri (l'autore ha potuto ricostruire l'episodio narrato nella autobiografia del poeta del Misogallo > con riferimento al ritratto di quest'ultimo dipinto dal Fu lire, l'opera dello scultore Burthélemy Corneille, le istruzioni del Direttorio per la seconda commissione delle scienze e delle arti in Italia (aprile 1799), le ricchezze di Firenze e l'occupazione francese del 1799.
L'argomento trattato da questi due ultimi saggi riveste particolare importanza dal punto di vista storico: l'autore del volume ha voluto vederci chiaro sul punto dolente delle spoliazioni subite dalle città italiane in seguito all'occupazione da parte della Francia post-rivoluzionaria. Ha rintracciato un documento sottoscritto dal Ministro dell'Interno Neufcbateau del 21 germinale anno 7 die, pur non essendo slato reso esecutivo per motivi contingenti, costituisce una testimonianza interessante sullo spirito che animava i dirigenti parigini nei confronti degli oggetti d'arte e di storia naturale dell'Italia. Il ministro, senza tante parafrasi, scriveva di scegliere tra le cose di cui sopra, quelle che per diritto di conquista avrebbero potuto passare di proprietà della Francia, badando di farle giungere a destinazione nel miglior modo possibile, inoltre di fare delle osservazioni e raccogliere delle indicazioni sull'agricoltura, le arti industriali ed il commercio delle diverse contrade d'Italia, di procurarsi le macchine o almeno i disegni e le descrizioni esatte delle macchine e degli strumenti che non si osano in Francia , infine di raccogliere i semi delle piante utili per l'uomo o per gli animali e le piante utili nelle arti di ogni specie, delle rassze d'animali domestici uccelli di corte se ve ne Bono di utili e di interessanti..., dei minerali e tutti gli oggetti relativi agli studi di storia naturale . Seguiva un elenco di massima delle località più importanti (Torino, Firenze, Siena, Roma, Napoli) e di ciò che vi si poteva reperire per trasportar via.
Naturalmente non si faceva tesoro delle esperienze accumulate in materia a partire dal 1796, cioè del senso di rivolta che nei lombardi, nei veneti, nei romani e nei toscani tali razzie provocavano, in aperto rontraslo con i principi repubblicani e con il diritto delle genti. Nel successivo capitolo si parla d'altra parte degli sforzi che i patrioti toscani come il Gianni fecero per salvare dalle mani dei Francesi i tesori fiorentini della Galleria e del Gabinetto: le autorità militari si sa che obbediscono agli ordini superiori e non hanno mai eccessiva sensibilità politica né artistica.
La seconda parte riguarda l'arte imperlale e precisamente: gli artisti italiani e Napoleone, Canova ed i Francesi, Canova scultore di Napoleone, Canova alto funzionario dell'Impero a Roma, Raffaello Morghcn incisore, lo scultore Giacomo Spalla e ramministrazione napoleonica a Torino (questi scritti costituiscono il primo libro), la Venere de* Medici, i regali del Re di Napoli, le antichità Borghese, le nozze Aldobrandino i negoziati per l'acquisto di una antica statua pompeiana, le proposte del Duca Brohrhi, le antichità Giustiniani, l'eredità dei Farnese, le opere d'arte delle soppresse Congregazioni di Parma (secondo libro).
Inoltre, dulcis in fondo, il terzo libro della seconda parte contiene i seguenti scritti: Torino sotto Napoleone, progetti e lavori a Firenze sotto Napoleone, il David per la Loggia dei Lanzi a Firenze, progetti d'ubbeltìmento a Pistoia, Prato ed Arezzo,