Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO DI STATO DI CREMONA CARTE BARGONI; BARGONI ANGELO CART
anno
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1971
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pagina
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104
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104 Libri e periodici
agrìcolo le attività industriali; quale avviamento al progresso agronomico si segnala l'utilizzazione degli intervalli di riposo nei seminativi cerealicoli, che vennero riempiti con.le colture foraggere, determinando l'incremento zootecnico ed una maggiore disponibilità di concimi; nel campo industriale il distacco dallo sfondo agricolo fu correlativo alla sostituzione del lavoro a domicilio con le attività raggruppate in appositi ambienti di fabbrica e all'incipiente capacità di suscitare ed allargare il mercato, prevedendo la domanda potenziale oltre il ristretto orizzonte di un'ordinazione masi garantita e di una richiesta specifica.
Entrambe le trasformazioni, esaltando e selezionando le capacità produttive dei ceti borghesi, ebbero grandi conseguenze sociali, illustrate nel ricco apparato antologico e documentario del volume: un brano di L. Dal Pane mostra il risvolto negativo che ebbe per le classi contadine l'eversione delle strutture feudali, alterandosi quell'equilibrio della soggezione e della miseria, in cui pur trovavano un fondo di stabilità ed una serie di provvidenze in natura per i loro bisogni primordiali; ') ciò che sarebbe stato bene approfondire in questo contesto è l'aspetto ideologico, culturale, politicò dell'azione innovatrice e della reazione contadina antilluruinietica. Un brano di N. Hampson, portandoci sullo scenario francese della rivoluzione industriale, chiarisce le resistenze anticapitalistiche della vecchia industria, che accomunavano maestri e lavoranti nella difesa di un analogo vecchio equilibrio,2) mentre le pagine di T. S. Ashton, riguardanti l'Inghilterra, vertono sugli aspetti scientifici e tecnologici delle trasformazioni, cui, già in questa fase pionieristica, viene attribuito un certo grado di prepara zione sistematica, fornita dai settori più efficienti della società inglese e dalla tradizione culturale britannica, fuori della facile casualità e del dilettantismo.3
Passando, dopo il primo sguardo introduttivo, all'esame specifico delle condizioni italiane, si è naturalmente in presenza di un'economia più arcaica, cui il dominio napoleonico segnò la strada dei successivi sviluppi in senso moderno.
Il Romani, valorizzando in questa parte gli impulsi positivi del periodo francese (eversione del feudalesimo, circolazione dei beni, riordinamento amministrativo, miglioramento della rete stradale, collegamenti con la Francia e l'Europa, codificazione civile e commerciale), dà poco credito a quegli ipotetici progressi che la subordinazione agli interessi di oltralpe avrebbe sacrificato.
H primo periodo della restaurazione vide, salvo saltuarie inversioni di tendenza, nn notevole aumento della produzione agricola, contrassegnato dalla discesa dei prezzi che determinò la richiesta della protezione daziaria da parte dei proprietari terrieri, per ridurre l'eccesso dell'offerta sul mercato. I governi, pur sensibili alle opposte esigenze dei produttori non agricoli e dei consumatori, interessati ai bassi prezzi delle materie prime, vennero loro incontro, con l'eccezione della Toscana, tenacemente liberista, dove la questione fu peraltro vivacemente dibattuta: le prò interessanti discussioni al riguardo, tra i liberisti C. Ridolfi e G. C. Vanni e i protezionisti F. Chiarenti e A. Paolini, son riportate nella parte antologica.4'
i) Il brano è tratto da L. DAL PANE, Storia del lavoro in Italia dagli inai del secolo XV11I al 1818, Milano. Giuffrè, H ed., 1952.
3) È tratto da N. HAMPSON, Storia sociale della rivoluzione francese, tr. iL, Milano, ìl Saggiatore, 1964.
S) DB T. S. ASHTON, La rivoluzione industriale, 1760-1830, tr. it Bari, Laterza, 1953. L'Aahton espone, tra l'altro, il contributo di particolari componenti della società britannica, quali la dissidenza religiosa e la regione scozzese, alla rivoluzione industriale.
*) Del Ridolfi, che emerge nei suoi vari interventi su questa ed altre questioni come uno dei più ! ungimi muli ed avveduti agrari toscani, è riportata la Memoria prima sulla libertà del commercio frumentario, lette nell'Accademia dei Georgofili il 2 maggio 1824; del Vanni la memoria Come i proprietari debbano alla loro industria e non al governo chiedere un compenso alle perdite sofferte daW agricoltura toscana, che nessuna legge può riparare, letta nella stessa sede il 6 febbraio 1825: