Rassegna storica del Risorgimento
BATTAGLIA FELICE
anno
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1919
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pagina
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662
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che di permanente vantaggio a tutta l'Europa, perchè, anche nei;caBo che gl'Inglesi avessero vinto, il progetto loro di ristabilir tutto al suo stato primitivo (ciò ch'essi chiamano egmWh'io) non durerebbe punto lungo tempo, attesoché poco tempo appresso qualche nuova nazione si sarebbe messa in armi contro l'Italia, visto eh' è ben facile conquistarla; e in questa ipotesi ecco una nuova inquietudine. Tal Francesco Orioli, professore in questa città di Viterbo, fu il primo con cui io ne parlai or sono ciotto mesi circa. Egli mi assicurò che era pronto a lavorare con la penna e a cercar degli amici onesti, saggi, nobili e capaci di questa impresa, ed altre persone, in cui si vedeva nobilmente l'attaccamento alla loro patria. In seguitò ai venne fra noi alla formazione del piano, che doveva regolar l'esecuzione del progetto e in generale si fissò, che bisognava accordare ai massoni la loro libertà, al popolo esercizio del culto, ai nobili i loro onori ; ma si doveva ancora stabilire con una costituzione che la procedura delle contestazioni giudiziarie dovesse esser molto breve, infallibile e senza esser obbligati allo sborso di molto denaro per la continuazione degli atti giudiziali. Si doveva provvedere ai delitti innanzi che fossero commessi, piuttostoohè punirli dopo la loro perpetrazione, e la virtù, d' altronde doveva esser ricompensata. Doveva essere escluso il voto del popolo nella nomina dei magistrati, attesoché questa nomina non era accordata che in seguito a molti fatti virtuosi e alla mancanza di procedimenti criminali, ciò eba doveva completamente risultare da un registro pubblico di censura. I preti doveano aver tutto ciò che loro bisognava, ma essi non doveano occuparsi di nulla; essi doveano vivere in una maniera collegiale affinchè fossero d'onore alla loro nazione e di gloria al culto. L'Italia doveva goder sempre della sua tranquillità. Non si doveva conoscer guerra di conquista. La gioventù doveva esser fortificata col lavoro, e con l'armi, seguendo 1' inclinazione e la natura di ciascuno. Tuttavia si vide ohe il progetto non poteva punto aver la sua esecuzione senza ottener un grande appoggio ; e mentre che si pensava a sceglier delle persone per metterle a parte dell'affare, io andai a Roma, dove ebbi occasione di contrarre amicizia con oerto Tartaro, e parlai ancor con lui del mio. progetto. Egli mostrò d'esserne contèso, ve-, promise che m' a-vrebbe assistito nelle province di Napoli, e mi persuase di andare alla città di Milano, Ove egli sapeva che ai desiderava l'effettuazione di questo affare con più calore che negli Stati romani. Parlai con lui qualche altra volta, ma infine, sia ch'egli sospettasse della mia