Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO DI STATO DI CREMONA CARTE BARGONI; BARGONI ANGELO CART
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Libri e periodici
mente e concretamente alternativa). Ma rimane anche, e vistosissima, l'ampiezza dello sguardo panoramico sull'interventismo meridionale a base essenzialmente antigiolit-liana (e perciò il ralliement radicale a Salandra) nell'assenza impressionante di ogni sfumatura neutralistica cosi socialista come cattolica e nell'andamento sintomaticamente * violento e caotico delle manifestazioni (nn sussulto ennesimo dell'eterno sovversivismo meridionale in presenza della guerra intesa ancora una volta semplicemente e sommariamente come occasione?) sicché l'A. correttamente ed acutamente parla di sconcertante disponibilità delle masse meridionali; sul neutralismo toscano aspramente classista, tipicamente contadino, senza connotati distinti di consapevolezza polìtica ; sugli acerrimi urti romagnoli tra repubblicani e socialisti, espressione d'un conflitto di classe, e direi di società, che va ben oltre la stretta drammatica dell'intervento ; sulla riluttanza operaia torinese, il vertice del neutralismo alle soglie della resistenza rivoluzionaria (qui non si può neppure parlare di tradizionale pacifismo socialista dì tipo evangelico e tolstoiano) anch'esso peraltro sprovvisto di una coscienza politica adeguata ed autentica.
La seconda parte del volume comprende anzitutto la corrispondenza di Otto Joel, amministratore delegato della Commerciale, col principe di Biilow e col segretario agli Esteri von Jagow nel periodo della neutralità italiana. Il grave e diffìcile tema della natura autentica e dell'influenza effettiva della Commerciale, e quindi dei suoi rapporti da un lato con Berlino e dall'altro con Giolitti, vi viene riproposto con estrema serietà, specie in merito al ruolo svolto dalla grande banca milanese, che all'A. appare sopravvalutato, nei riguardi dell'espansionismo balcanico. Ancora una volta FA. ha modo di tornare efficacemente e documentatamente su uno dei principali risultati della sua indagine storiografica, il carattere velleitario, cioè, di mugugno e malcontento generici, della protesta neutralista, senza definita alternativa politica. Ed al tempo stesso le lettere di Joel giovano a chiarire ciò che all'A. non appare altrettanto chiaro, cioè la nettissima distinzione che occorre introdurre tra triplicismo ortodosso germanofilo a fine d'imperialismo mediterraneo ed austrofobia adriatica e balcanica in relazione con la politica irragionevole e provocatoria perseguita a Vienna.
Altri documenti ed altri carteggi ad illuminare il rassemblement dei conservatori milanesi, la vecchia consorteria risorgente (ed in realtà mai morta) dei Bonghi e della Perseveranza, intorno a Salandra all'indomani immediato delle elezioni generali del 1913. Si tratta di un tema di eccezionale interesse, al di là delle pur suggestive conclusioni che ne trae l'A. (ricordiamo per tutte queste righe di finissima sintesi interpretativa: È la crisi della politica nazionale : ed è una crisi che, beninteso, coinvolge un po' tutti : Giolitti e i gioii ttìani incapaci di proporre una diversa soluzione, i socialisti divisi ed impotenti, i cattolici incerti e scontenti, le masse lontane e passive). In realtà a Milano si scorge in Salandra l'uomo degli 'anni sessanta, l'erede ammodernato del primo Spaventa, scavalcando i Colombo, i Prinetti, i Carmine, ricollegandosi agli aspetti più chiusi, oligarchici ed autoritari dclL'antipiemontesismo post-cavouriano. E Salandra trova qui la sua piattaforma politica ben più che non 'nei tradizionali' e mitici (ed ormai 6torìramente sfiancati) agrari meridionali . Il solan* drìsmo, il rinnovamento liberale in termini e dimensióni di grande partito unanimitario nazionale, non si può concepire sènza un'ideologia genericamente spaveniìana applicata peraltro ad una realtà dinamica ed egemonica .dome quella milanese, una realtà senza dubbio diversissima dall'affarismo avventuroso delia .règia dei liibiK'.clii e delle Bpeculnzioni ferroviarie degli anni sessanta, ma non per quésto11 meno preminente ed aggrediva nei confronti della circostante società nazionale. Le poniarelle ài cattolici ed altri mille accorgimene' tutti ci fanno parte d'una complessa impostazióne grazie alla quale il ériaphuno trova hi sua rivincita proprio nel cuore 'dell'abprrjftb" Staio di Milano ma rifacendosi ad elementi e tradizioni che inai erano Venuti món'o,