Rassegna storica del Risorgimento

BATTAGLIA FELICE
anno <1919>   pagina <664>
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X). Spadoni
sser più il tempo e per altre cause . *
Ma seguitiamo a spigolare negli interrogatori del Battaglia- In seguito, verso il termine della mia dimora nella città di Roma, disse egli VS dicembre all'autorità francese, comunicai la mia opinione a butti gli individui saggi e civili, con cui ebbi occasione di parlare, e cercai di risvegliare nel loro spirito questo desiderio di riunirsi tutti insieme in un solo Popolo, e il mio coraggio andava crescendo per questa im­presa di giorno in giorno, perchè io vedeva che tutti n'eran sedotti... Ho dato comunicazione dei miei progetti a quasi tutti gli uomini di legge della città di Roma e specialmente ai sigg. Brenda e Cini a tutti i Fiorentini e a tutti i Genovesi che m' era possibile in­contrare... L' officiale Conzona, (prosegui a diro il Battaglia nell'in­terrogatorio dei 9 dicembre), informato del progetto della riunione dell'Italia, mostrò d'esserne molto contento, e ciò so da un indivi- . duo già ufficiale del Papa, che credo sia di Piperno. Quanto ai cap. Bordigli so da un altro antico ufficiale del Papa che il Bon-figli, riohiesto di associarsi a una congiura ohe aveva per iscopo
1 Neil' incartamento processuale del Battaglia è una lettera; 1 aprile 1814, del Segretario generale D. Manna (?) per il Consigliere di Stato Direttore di Polizia assente, al cav. Ferretti, Proc. gen. della Corte d'Appello di Roma, nella quale, premesso che ima Commissione speciale, composta dei Cons. Miconi, Avv. Chiaromanni e Commiss - Gen. Zuccari, doveva occuparsi del detenuti complicati nella causa Battaglia, diceva essere informato che Pier Paoli, Savolangeli e Bencivenga, reputati capi dopo Battaglia, erano stati messi in libertà, e chiedeva confidenzialmente informazione sui motivi di questa .determinazione e dell'autorità, che avea ordinato il rilascio. In altra del 30 poi, detto che fra i complicati nella causa erano tre operai, soggiun­geva che avendo dato disposizioni convenienti relativamente a tutti gli altri individui compresi nella causa, aveva disposto che questi tre fossero messi a sua disposizione per quelle misure che credesse opportune a loro riguardo. In questa circostanza sarà stato quindi provveduto anche alla sorte del Bat­taglia, il quale infatti raccontò poi nelle sue Memorie che il 3 maggio fu sotto scorta tradotto a Gaeta, passando quindi di carcere in carcere, finché il 12 settembre 1814, pare su interessamento del suo amico avv. Invernizzi e intercessione del Papa, -hi rimesso dal Governo di Napoli in libertà. Il Bat­taglia non fu dunque soppresso, come mostrò supporre il Madelln, forse die­tro quanto avea scritto, il BBLLÀIKB! (JPrecfo de Vinvasion des èlats romy.M. Paris, 1838. pag. Vi), Bensì, affine il Battaglia poi raccontò nelle sue Memo­rie, messo piede nello stato romano,egli fu tenuto in carcere dall'autorità pontificia fino al 28 febbraio 1815, ritenuto dal ceto clericale massone e ne­mico del suo regno temporale . E al nuovo avvicinarsi delle truppe murat-tiane credette premunirsi imbarcandosi per Palermo.