Rassegna storica del Risorgimento
JACOBINI DOMENICO MARIA
anno
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1971
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pagina
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Il card. Domenico M. Jacobini
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tenebre . Si dirà proseguì don Jacobini che avremo contro un altro esercilo, quello degli empi, detti internazionali. Che importa? Non ricordate quale gente selvaggia avessero di fronte i nostri maggiori che* nel vicino foro, combatterono per Gesù Cristo? Contarono essi forse i loro nemici? Ah essi non amarono la loro vita e le sostanze loro; si considerarono come gli olocausti del Signore, e credettero che il loro sangue dovesse innaffiare questa terra perché germogliasse una Chiesa gloriosa per le sue vittorie; questa cara Chiesa, cui ci vantiamo di appartenere. Conviene osare e non lasciarci impaurire. Noi concluse il sacerdote romano ci siamo riuniti non per vana ostentazione, né per divertimento, né per alcun basso interesse, ma per Iddio sola* mente, e per il bene delle nostre famiglie e della nostra cara patria. E, voi -lo sapete, sono questi i più preziosi tesori che abbiamo al mondo. Con tante memorie illustri, che rischiararono la storia delle antiche università, chi non ai sentirebbe abbastanza eccitato a dar mano ad opera sì importante? Ma più: nel pericolo sociale che ci minaccia lutti, nella necessità di risvegliare dal letargo tanti fedeli sonnecchianti, innanzi a beni grandissimi e preziosissimi, non solo di ordine materiale, ma ancora, e più, di ordine spirituale, quale onesto cittadino, quale fervoroso cristiano può rimanere indolente? .')
Con decreto del 23 agosto 1871, il cardinale Costantino Patrizi, Vicario del Papa, eresse canonicamente l'Associazione e, successivamente, il 5 settembre dello stesso anno, Pio IX la arricchì di indulgenze. Primo Presidente dell'Artistica Operaia fu il marchese Girolamo Cavalletti2) al quale successe, nel 1876, il conte Francesco Vespignani. Alla guida spirituale dell'Associazione fu chiamato don Domenico Jacobini che rimase in quella carica fino al 1896.
L'importanza dell'Artistico-Operaia è notevole, non solo perché costituisce, specie con le sue scuole di arti e mestieri, il primo esempio delle rinnovate corporazioni cristiane ,s) ma anche perché è la prima associazione cattolica in Roma che tenta di arginare l'avanzata del socialismo anarchicheggiante nel mondo operaio.4) Basta scorrere l'elenco delle più significative iniziative
1) Cfr. VIRGILIO CASELLI, La solenne commemorazione... àu, p. 7.
2) Erroneamente, quindi, FRANCESCO MALCERI {La stampa cattolica a Roma dal 1870 al 1915, Brescia, 1965, p. 104, nota 1), attribuisce la fondazione e la prima presidenza dell'Artistico-Operaia al conte Francesco Vespignani.
3) ALCIDE DE GASPERI, I tempi e gli uomini che prepararono la Rerum Novarum, Milano, 1945, p. 124. Lo stesso De Gasperi ci informa come anche in Europa l'Arlistico-Operaia costituisse uno dei primi esempi della restaurazione delle associazioni corporative. A conferma di ciò ricorda che nel 1875 l'Artisti co-Operaia prese contatto col movimento dei circoli francesi, delegando il conte Ivert ad assistere al Congresso di Benna, e Tutti rimasero sorpresi * riferiva poi il conte Ivert nel sapere che a Roma si è realizzato in parte il progetto che si propongono le opere francesi: la restaurazione delle associazioni cattoliche e dei vari corpi di Stato e la riunione di tutte queste associazioni in un sol tutto 3? (cfr. ALCIDE DE GASPERI, l tempi e gli uomini -,
CÌL, p. 125).
4) L'importanza di tale Società ha scritto Mario De Camillis fu, in quel tempo, ragguardevole, poiché destinata a raccogliere elementi operai, mentre sì cominciava ad infiltrare ovunque il socialismo demolitore. Esistevano in Roma congrega-afoni e confraternite che radunavano appartenenti ad arti e mestieri e alcune di esse erano veramente gloriose, ma non vi era in tali sodalizi una formazione culturale da poter fronteggiare l'errore che si ammaniva, soprattutto per mezzo di una stampa perversa. L'opera dell'Artistico-Operaia fu salutare e la sua istituzione è indice della
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