Rassegna storica del Risorgimento

JACOBINI DOMENICO MARIA
anno <1971>   pagina <568>
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Mario Casella
mettesse in guardia contro i socialisti che tengono oggi in tanta agitazione tutto il mondo e le cui convinzioni sono figlie di pregiudizi di cui altri empì il loro capo, sospingendo abilmente a fatti audaci le plebi e proponendosi di sfruttarle a loro vantaggio;1) sia che apostrofasse vivacemente la giuria della Sezione Previdenza e assistenza pubblica dell'Esposizione di Torino del 1884, colpevole di aver escluso l'Artistico-Operaia da ogni premio per il suo carattere confessionale;s) sia che prendesse la parola per illustrare all'assem­blea generale dei soci il significato della proposta di legge presentata, nel giu­gno 1888, da Gaspare De Curtins al Consiglio Nazionale Svizzero, proposta intesa soprattutto a regolare, oltre il riposo festivo, il lavoro delle donne e dei fanciulli, quello notturno ed in generale tutta la questione della durala del la­voro e delle condizioni da farsi ai lavoratori.8' Ne mancava don Jacob ini come ci informa un numero straordinario dei Bollettino delTArtistico-Operaia stampato nel marzo del 1900 in ricordo del defunto Cardinale e contenente al­
che questo santuario della nostra fede non lo lascerete violare; protestate che non permetterete che Roma divenga una Babele; protestale che manterrete a costo d'ogni sacrifizio quella libertà fi ella fede che i nostri antichi hanno con tanti strazi, con tanto sangue, con tante morti conquistata. (Cfr. CESARE AURELJ, Elogio Funebre del Cardinale Domenico Jacobini, Roma, Tip. Poliglotta Propaganda Fide, 1900, p. 15).
l) Cfr. Bollettino deWJrtistico-Operaìa, a. XV (1891), 5 giugno.
3) Cfr. Bollettino dell'Jrtistìco-Operuia, a. IX (1885), 9 gennaio. L'Artisti co-Ope-raia disse tra l'altro mons. Jacobini e ebbe l'ostracismo perché crederne. Ebbene questo insulto lanciato contro di noi è la cagione del nuovo movimento operaio catto­lico che sorge. Esso servirà ancora di stimolo ai nostri numerosi ascritti per lottare strenuamente contro le falangi degl'increduli e dei socialisti. È una guerra questa piena di onore per noi, e vantaggiosa: la maggioranza delle classi popolari è cattolica. Il nostro popolo ha troppo buon senso per non comprendere il vero valore delle men­zognere affermazioni, delle ingannevoli promesse, delle fallaci speranze di uomini intesi alla abituale corruzione della storia, non meno che alia negazione de' veri prin­cipi e de' più precisi interessi della classe operaia . Ma aggiungeva don Jacobini non sarà cancellato dalle nostre anime e dalle anime degl'altri italiani il sentimento cristiano (...). Se è necessaria una lotta, le nostre associazioni operaie che si costitui­scono in tutta la penisola la sosterranno . Trattasi concludeva il battagliero pre­lato di salvare la famiglia, la patria nostra dall'ultima rovina morale, anzi anco dalla civile, che a quella indubbiamente seguirebbe.
8) Cfr. Bollettino dell'Artisiico-0 perula, a. XIII (1889), 19 giugno. Per mons. Jaco­bini la proposta di Gaspare De Curtins rappresenta un mezzo opportuno per arre­stare la peste morale che si introduce nelle vene della società umana . Tale pericolo, secondo il prelato, rende oggi più che mai opportuna e salutare una propaganda energica per la protezione dei poveri e dei deboli . La proposta del De Curtins fu molto apprezzata in Vaticano. Si ha notizia di una lettera di incoraggiamento che Leone XIIT, tramite mons. Jacobini. volle far pervenire al Consigliere di Stato svizzero il 1 maggio 1889. Ce ne parla Giuseppe Toniolo, che, il 13 settembre 1900, così scrisse, da Pisa al cardinale Rampolla: La Santa Sede sembra aver sempre favorito questo movimento in prò d'una legislazione internazionale degli operai. Appena sorta la prima idea in Isvizzera il S. Padre inviò (1 maggio 1889) una lettera di mons. Jaco­bini di incoraggiamento al Consigliere di Stato Docurtins e un'altra lettera (14 marzo 1890) diresse all'Imperatore Guglielmo li all'occasione della Conferenza di Berlino, cui assisteva il principe vescovo di Breslnvia (mi sembra Kopp) [il documento, in GIUSEPPE TONIOLO, Lettere..* cit, II, 1896-190, Roma, Città del Vaticano, 1953, p. 207 sgj. Per questa notizia cfr. anche H. ROIXBT, Vaction sociale,.., cit., p. 221.