Rassegna storica del Risorgimento

JACOBINI DOMENICO MARIA
anno <1971>   pagina <569>
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// card. Domenico M. Jacobird 569
cimi brani (senza data) dei discorsi da Ini pronunciali nelle riunioni dell'asso­ciazione in trentanni d'apostolato di esortare i soci al coraggio cristia­no ,l) alla congregazione spirituale , ") alla fedeltà allo Statuto,8) all'osser­vanza del precetto festivo.4) Spesso intratteneva gli operai sul problema dei rapporti tra datori di lavoro e lavoratori: Quanto ai capi d'arte egli diceva il primo loro dovere è la giustizia; giustizia nei contratti, nel defrau­dare la mercede agli operai; giustizia nell'invigilare sulla loro condotta, e nell'ini-pedire il diabolico vizio della bestemmia (...). L'operaio non ha diritto di im­porsi al padrone collo sciopero, di trascinare i compagni al delitto, alla de­pravazione . r,> E aggiungeva: Per essere felice deve l'operaio in primo luogo osservare i precetti della giustizia e della carità. Adempiendo scrupolosa­mente ai Comandamenti di Dio, l'operaio avrà il modo per ottenere la giu­stizia. Ma quanto mancano gli operai nell'osservanza de' precetti divini! Il precetto della carità cbe ci obbliga ad amare Iddio sopra ogni cosa ed il pros­simo come noi stessi, e che è tutto santo e dolce, va pian piano scomparendo da noi, e specialmente dalla classe operaia. Fra le classi superiori e l'operaio, tra padrone e servo, oggi non vi è più legame, perché manca la carità di Gesù Cristo . Sic stantibus rebus , la conclusione, per don Jacob ini, non poteva
*) < È necessario egli dice cacciar lungi da noi due terribili nemici, la paura de' nostri avversari e rinfingardaggine. L'inerzia è indegna dei Romani, di cai fa detto lacere et pad Jortìa Romanum est. Di ehi dobbiamo temer noi? Ab! se siamo cristiani non ci vergognarne poi mostrarlo ai fatti. Lavoriamo alla rigenerazione cattolica del nostro Paese; a questo ci chiama Iddio; egli lo vuole e il suo Vicario ci benedice. (Cfr. Bollettino deWArtìstico-Operaia, a. XXIV (1900), 7 marzo, Coraggio cristiano).
2) e Lo scopo principale della nostra Associazione affermava don Jacobini è quello di mantenerci tutti fermi nella fede e nella osservanza dei nostri doveri cri­stiani. Dio ha benedetto questa Società, e in mezzo alle difficoltà dei tempi presenti le ha dato incremento e forza. Tocca però a noi corrispondere alle sue grazie, e fare che il fine principale di essa sia ottenuto. La Congregazione spirituale è il più santo dei nostri comuni atti; nella vostra Chiesa avete i mezzi di frequentare i sacramenti, di ascoltare la parola divina. Venite dunque ai fonti della vita, ed anche i vostri tempo­rali interessi saranno benedetti da Dio (...). Non avete altra maniera di mantenervi unità e fedeli che quella di stringervi intorno all'altare. (Cfr, Bollettino délVArtistico-Opernia, a. XXXV (1900), 7 marzo, La congregazione spirituale).
3> Non vorrei egli diceva che coll'andare dei tempi si introducesse qui uno spirito diverso per parte di coloro che si dicono democratici. Qui nulla si deve cambiare. Si può fare tutto ciò che di meglio e nel limite del possibile in riguardo al corpo : ma non si deve recar danno a quello che riguarda lo spirito. Lo spirito nostro deve essere quello di Cristo. La nostra Società deve essere la casa dell'onore e della concordia e non quella della discussione vana e pericolosa. Conviene dunque mante­nerci fermi e fedeli allo statato. La tempesta sociale dei tempi nostri è terribile. Si vuole tatto cambiare e riformare e cosi distruggere la stessa civile società (...). Restiamo dunque uniti e non partecipiamo ad idee diverse da quelle ohe abbiamo sempre avute . (Cfr, Bollettino dell'A nìstica-0 parala, a. XXIV (1900), 7 marzo. Fedeltà allo Statuto).
*) L'osservanza del colto divino spiegava don Jacobini è un atto prescritto nei dieci Comandamenti. Le scuse che adduce l'operaio per violare questo terzo Comandamento di Dio sono ingiuste. In questo i cattolici danno peggiore esempio delle società protestanti. Non h vero che il lavoro festivo giovi all'operaio, lo danneggia, a le nazioni stesse impoveriscono* (BfK, Bollettino dell'A nhtica-0 perula, a. XXIV (1900), 7 marzo, 7? concetto di santificare la festa).
B) Cfr. Bollettino delFArtìstiro-Operaia, a. XXIV (1900), 7 marzo, Lavoratori-datoti di lavoro.