Rassegna storica del Risorgimento

JACOBINI DOMENICO MARIA
anno <1971>   pagina <575>
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// card. Domenico M. Jacollirii 575
verso tutti gli svolgimenti dell'azione laicale cattolica in Roma ]) e della sua capacità di interpretare e concretare le aspirazioni diffuse nel laicato romano dopo Porta Pia. Fondata l' Unione . don Jacobini ne assunse la carica di Assi­stente Spirituale e diventò la mente ed il cuore dell'elettorato cattolico ro­mano. -) E aggiunge il Santucci non solo l'associazione dirigeva, ispirava, animava, consigliando e conciliando, temperando e spronando, ma degli eletti ancora divenne il consigliere e la guida. A lui confidavano essi le loro perplessità nei difficili passi, ed uomini eminenti per esperienza, per dottrina e per alto lignaggio (...) docilmente al suo senno si rimettevano per determinare pratica­mente lo indirizzo da imprimere alla loro azione pubblica nei consigli del Co­mune e della provincia, o per regolare la loro individuale condotta nel disim­pegno di così delicate funzioni. E la serenità e la chiarezza di quella mente eletta mai non fallivano all'invocato consiglio, acquetando dubbi, componendo dissensi, vivificando con la soavità del suo spirito l'arido e duro compito e con largbe vedute elevando sempre più l'alta missione confidata agli nomini, che in tempi difficili eran chiamati a rappresentare in Campidoglio o a Palazzo Va­lentin! Roma Cattolica.3
I primi successi dell'* Unione Romana i contribuirono notevolmente a rafforzare in Roma il partito di coloro i quali, giudicando troppo angusto il campo delle lotte amministrative, auspicavano l'abolizione del non expedit per allargare il campo della loro azione nel tentativo di cristianizzare non solo le amministrazioni locali, ma tutte le strutture del giovane Stato italiano; le leggi, la scuola, l'esercito e così via. In sostanza, questi cattolici transigenti, per raggiungere il loro scopo, chiedevano al Papa il permesso non solo di andare alle urne come elettori, ma anche di essere eletti in Parlamento. Ma, com'è noto, a tali richieste Pio IX aveva opposto un netto rifiuto, e solo con l'elezione al pontificato di Gioacchino Pecci l'idea di una collaborazione cattolico-liberale sem­brò sul punto di realizzarsi. Leone XIII. infatti, sembrò voler seguire una po­litica diversa da quella del suo predecessore e ciò diede vita, a Roma special­mente, ad un vivace movimento parfcecipazionista e conservatore destinato a rac­cogliere insieme i più bei nomi del conservatorismo cattolico e liberale ita­liano. *)
Le vicende del movimento conservatore romano furono seguite con par­ticolare attenzione da parte delle autorità liberali della città. Due rapporti l'uno dell'ispettore Manfroni al questore, l'altro del prefetto al Ministero dell'Interno ci permettono di farci un'idea delle reazioni suscitate, sia negli ambienti liberali che nell'ambito del partito clericale , dal progetto dei conser­vatori. Nel suo rapporto al questore in data 5 aprile 1879, l'ispettore del rione Borgo, dopo aver sottolineato le difficoltà da lui incontrate per assumere le in­formazioni sollecitate dalle autorità (Manfroni parla di rigorismo messo da Leone XIII per quanto specialmente ha tratto alla politica e di costante
t) CARLO SANTUCCI, Commemorazione, cit., p. 8.
2) CARLO SANTUCCI, Commemorazione, cit, p. 10.
8) CARLO SANTUCCI, Commemorazione, cit., p. 10.
4) Sul movimento transigente efr. opromuto FAUSTO PONZI, / cattolici transigenti-iuttiani deWuttìmo Ottocento, in Convivlum, a. 1949, n. 6, p. 955 sg.; e I battolici e la società italiana dopo Vanità, Roma, 1953, pp. 34-50. Per il movimento conservatore in particolare, efr., sempre dello stesso Autore; / conservatori nazionali, in La parteci­pazione dei cattolici alta vita dello Stato Italiano, Roma, Sludittm, 1958, pp. 53-62.