Rassegna storica del Risorgimento
JACOBINI DOMENICO MARIA
anno
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1971
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577
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// nini. Donirnirii M. J(lenitilii
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vollero intravvedere nella politica di attesa Leone XIII lì segno dì una proba liile risposta positiva. Cosi, a nove mesi di distanza dal rapporto Manfrotti, 0 prefetto di Roma, svolgendo la relazione stillo spirito pubblico nel secondo semestre 1879, potè definire addirittura inevitabile la trasformazione in senso transigente della mentalità dei cattolici romani. I clericali scrisse il prefetto pare che in tutto questo movimento politico verificatosi dal 1870 in poi specie dalla elezione di Leone XIII al Pontificato, abbiano compreso (...) che il contegno passivo non giovasse di molto alla loro causa, quindi gli sforzi, aiutati pure dai dissidi dei liberali, per infiltrarsi nelle amministrazioni e lo accenno dei meno intransigenti di essi di propugnare anche le proprie idee nel campo politico. Fra tutto questo movimento quasi progressivo eziandio del par* tito reazionario non veggo che il Vaticano adotti contro di questi ultimi una linea di condotta aggressiva; veggo anzi una straordinaria prudenza del Papa di non toccare la questione dell'intervento dei clericali alle urne elettorali politiche. È bensì vero che qualche giornale, il quale ama farsi credere più ligio al Vaticano e portante la espressione più genuina di quel che colà si pensi, esca talvolta in dichiarazioni apertamente ostili solite più specialmente ad essere manifestate nei primi tempi dopo il 1870; ma non è neppure provato che il Vaticano applauda completamente a queste dichiarazioni, avvegnaché mi sembri che Papa Leone XIII sia ora per questo rispetto nel più stretto riserbo, come in vedetta cercando di non iscontentare gli intransigenti e neppure dì respingere i neo-conservatori. Del resto, il progresso a vista d'occhio compie la sua tra* sformazione. L'influenza morale del Vaticano scade di tratto in tratto e famiglie che nei primi tempi avrebbero giurato pel papa-re e giammai per altri, si staccano da esso e cercano quel mezzo che senza compromettere il loro papato valga ad avvicinarle alla corte del Re d'Italia. Come sintomo importante di questa trasformazione, va notata appunto la creazione del partito, di cui sopra ho detto, dei neo-conservatori, che ha per sua manifestazione il nuovo giornale diretto dallo Stuart, Il Conservatore, E questo risveglio del partito clericale tendente ad entrare nella vita pratica delle libere istituzioni, pur rimanendo nelle sue convinzioni religiose, osservo peranco nelle città di maggiore importanza della provincia e, oserei affermare, notarsi eziandio nei comuni rurali. Sarà un lento progredire ma appariscente e per il medesimo processo storico inevitabile >. ''
II prefetto di Roma aveva ragione: col tempo e con l'attenuarsi del ricordo di Porta Pia, i cattolici romani avrebbero modificato il loro atteggiamento in ordine alla Questione Romana . Per quanto riguardava, però, l'immediato futuro, l'ottimismo del rappresentante governativo non era giustificato, visto che un sostanziale cambiamento di mentalità all'interno del laicato era ancora prematuro. Va detto, tuttavia, che il movimento conservatore, pur destinato ad esaurirsi nel breve volgere di pochi anni, non fu del tutto sterile per il laicato cattolico romano: tra l'altro, esso ebbe il merito di avviare tra i cattolici della città nn proficuo dibattito, che, col tempo, consentì alla idea dei conservatori di uscire dai palazzi signorili per entrare nelle associazioni cattoliche e contribuire cosi a creare nella massa del laicato un atteggiamento più sereno in ordine alla delicata problematica dei rapporti tra Stato e Chiesa.2'
*) La minuta della relazione in ASR, Prefettura, Gabinetto, b, 174, fase. Spirito
pubblico 1879.
2) Il Circolo 9. Pietro >, associazione tra le meno intransigenti delia città, si
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