Rassegna storica del Risorgimento

JACOBINI DOMENICO MARIA
anno <1971>   pagina <582>
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Mario Casetta
l'Autore dell'opuscolo, desiderano che il Governo Italiano si risolva di resti­tuire al Papa il potere temporale, lasciando a lui la facoltà di definire il come e il quanto della sua indipendenza politica, nella certezza che il Pontefice non mancherebbe di tener conto delle mutate condizioni dei tempi. L'Autore, dopo aver criticato e confutato le tre categorie liberali e le prime due cattoliche, ai dichiara d'accordo con questi ultimi e insiste sul fatto che la riconciliazione > e, a suo avviso, non solo una cosa possibile ma necessaria sia alla Chiesa che allo Stato, e particolarmente a questo ultimo. Il regno d'Italia ragiona come potenza nuova in Europa, ha bisogno di uscire dall'isolamento in cui s'è venuto a trovare, non tanto per l'imperizia dei suoi governanti quanto per la questione dei rapporti con il prigioniero del Vaticano. S'impone, pertanto la riconciliazione , una riconciliazione senza scosse, senza eserciti stranieri, senza violenze di sorta;1) e precisa con linguaggio fiorito l'autore del* l'opuscolo l'Italia che, come un fiume improvvisamente ingrossato da piogge, uscito fuor dalle sponde ha inondato anche Roma, appunto come un fiume che a poco a poco rientra nel suo alveo, si ritirerebbe prudentemente dalla fatai Roma dove il Vecchio Pontefice (...) attuerebbe mirabilmente (...) il con* cetto storico guelfo dell'età dei Comuni " Papa sovrano in Italia indipen­dente " .2) Il saggista prosegue invitando i più accorti tra i liberali a riflettere se non sia meglio riconciliarsi col sapiente Pontefice che durarla in una lotta evidentemente dannosa all'Italia .s) L'opinione pubblica pre­cisa comincia a formarsi in questo senso: e gl'uomini stessi del Governo sentendosi impotenti a combattere il crescente radicalismo, si ingegnano di far credere che rispettano il Pontefice, proibendo le clamorose e indegne dimo­strazioni del 20 Settembre; e se col loro tatto politico han sentito il bisogno di andar più cauti, egli è segno evidente che il popolo in Italia ha cominciato a ricredersi, e che saluterebbe con gioia il desideratissimo giorno in cui lo Stato si fosse riconciliato colla Chiesa . *) Nella quale Chiesa la riconcilia­zione è nei desideri oltre che del Papa, di tutto il clero d'Italia e dell'epi­scopato, che ammonisce il saggista potrebbe costituire per il Governo il più autorevole e forte ausiliare per la restaurazione dell'ordine pubblico minacciato o turbato dagli anarchisti .5) Da parte della Chiesa, dunque, la riconciliazione è oltreché possibile, probabilissima ; e noi conclude
coeidetto diritto moderno, ò chiaro che non può essere stata permessa da Dio, se non per qualche altissimo fine; raggiunto il quale, il ristabilimento dell'indipen­denza del Papa sarà necessaria e visibile conseguenza di una nuova e pia. splendide glorificazione della Chiesa > (p. 38). Nella gran questione del Papa noi ci appelliamo, a ritroso nel tempo, dal Curci vecchio al Curia giovane, dall'abbate Curdi al gesuita Corei, dall'ammiratore del Bonghi al confutatore del Gioberti. Intanto (...) ci limi­tiamo a riconoscere nel suo ultimo libro La nuova Italia e i vecchi zelanti il colpo di grazia ai conciliatori, non che una di quelle provvidenziali permissioni di Dio, dalle quali gli uomini apprendono sempre meglio la variti di quel detto ante mortem ne laude qaemqaam (p. 38 sg). La conciliazione adunque è impossi­bile (p. 39), ma e possibile la riconciliazione.
1) // Papa e l'India, dt. p. 4L
2) // Papa e l'Italia, ciL, p. 4L 8) // Papa e l'Italia, <ii., p. 44.
*) Il Papa e Cltalta, dt.., p. 44 ag. B) 11 Papa e ritolta, dt, p. 45.