Rassegna storica del Risorgimento

JACOBINI DOMENICO MARIA
anno <1971>   pagina <583>
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Il card. Domenico M. Jacobini
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l'Autore ci auguriamo pel vero bene dell'Italia che gli uomini che ne stanno o verranno al regime sappiano afferrarne l'opportunità. '>
Questo il contenuto del volumetto II Papa e l'Italia nelle sue linee essen­ziali. attribuibile ci domandiamo, a don Jacobini? Non è facile dirlo. Certo, Patteggiamento fortemente polemico assunto dall'Autore nei confronti dei co­siddetti cattolici conciliatori in generale e del padre Curci in particolare un atteggiamento, mi pare, più intransigente che transigente, e comunque assai lontano dalle posizioni sostenute dal movimento conservatore e parteci-pazionista del quale, giova sottolinearlo, il padre Curci era stato uno dei più attivi promotori e don Jacobini un caldo sostenitore sembra escludere la poternìtà jacobiniana dell'opuscolo. Ma non è possibile che il prelato romano, in seguito all'ondata anticlericale che nel 1881 l'anno dell'aggressione alla salma di Pio IX e della fioritura, a Roma specialmente, di un gran numero di circoli anticlericali abbia assunto una posizione molto personale ed auto* noma all'interno del movimento conservatore, accentuando la funzione attri­buitagli dal citato Santucci di saggio moderatore del pensiero politico? . Non è possibile che, in questa prospettiva, il prelato romano abbia scritto l'opuscolo per impulso dello stesso Leone XHI desideroso di ricordare a quanti, nel mondo cattolico, si illudevano facilmente sulla possibilità di un dialogo con i liberali, le condizioni della S. Sede per la conciliazione con lo Stato Italiano? Supposizioni del genere, secondo me, sono tutt'altro che da escludere, tanto più che II Papa e l'Italia ebbe una notevole diffusione non solo nelle associazioni cattoliche romane ma anche nel resto del Regno. Di questo si parla nei già citato rapporto inviato al prefetto di Roma dal questore il 3 gen­naio 1882 : L'opuscolo (...) vi si legge avendo dato occasione di com­menti e polemiche sulla pubblica stampa; e venendo pur trasmesso alle asso­ciazioni cattoliche del Régno segna un risveglio evidente nelle speranze del partito clericale.2)
Sul problema dei rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa don Jacobini ritornò il 15 giugno 1882 parlando all'Accademia di Religione Cattolica su La lotta tra la Chiesa e lo Stato moderno e le sue conseguenze. la polemica con il senatore Carlo Cadorna che in una lettera all'Opinione aveva sostenuto che lo Stato è il solo potere sovrano giuridico sociale; e che tutte le cose e gli atti umani che si manifestano nella vita esteriore sono di sua esclusiva competenza ,3' il prelato romano additò in quel concetto dello Stato l'errore fondamentale del tempo nostro *) e tracciò Un ampio profilo della lotta mortale ingaggiata dai due poteri negli ultimi oltani'anni. Dopo aver sotto­lineato come la grande ribellione religiosa del XVI secolo avviasse la corru­zione delle idee sulla natura del potere civile, e come i funesti principi del 1789 > scuotessero più profondamente le basi della convivenza sociale alte­rando maggiormente i concetti dei rapporti tra Chiesa e Stato ,B) don
I) n Papa e ritolta, ah., p. 46.
2} La minata del documento in ASR, Questura, b. 21, fase. 120. Non è imitilo ricordare che il volumetto, oltre che per i tipi Julia tipografia di Propaganda Fi.In vi, fu stampato anche, e sempre nel 1881, per quelli della tipografia Befani.
S) DOMENICO JACOBINI, La lotte tra la Chiosa e lo Stato moderno a la sue conse­guenze, Roma, Monnldi, 1882, p. 6.
*) D. JACOBINI, La lotta..., cit, p. 6.
*) D. JACOBINI, La lotta..., cit., p. 7.