Rassegna storica del Risorgimento

JACOBINI DOMENICO MARIA
anno <1971>   pagina <584>
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Mario Casella
Jacobini passò in rassegna, criticandoli} i tre sistemi che nel secolo XIX rego­lavano i rapporti tra i due poteri : regalismo , separatismo e oppres­sione. Quanto al regalismo, detto anche sistema di protezione, l'oratore ne sottolineo i frutti, amarissimi " denunciando in siffatta protezione la più umiliante schiavitù della Chiesa che le rendeva impossibile la sua azione salutare pel mantenimento della fede, per la riforma dei costumi e per l'osser­vanza della disciplina . I regalisti, secondo il prelato, procuravano di soffocar la Chiesa di Gesù Cristo collo strettamente abbracciarla, tutelarla . -> Parlando del separatismo don Jacobini entrò in polemica con Marco Minghetti, il quale alcuni anni prima, nel 1878, in nn libro intitolato Stato e Chiesa aveva vigo­rosamente sostenuto la opportunità dei principi separatisti. Sembrerebbe a sentir parlare questi maestri disse l'oratore che la separazione avesse a essere la sincera e legittima applicazione della nota formola di Cavour: libera Chiesa in libero Stato. Ma se il detto lavoro di Mughetti si esamini accuratamente si vede chiare in che consista la separazione e in qual condi­zione metta la Chiesa di Dio. Lascio che si è portata fuori la teoria di separa­zione dopo che nei paesi cattolici di Europa si era al tutto spogliata la Chiesa a più riprese delle sue proprietà e si era già ristretta nelle sfere serene del domina a pregare, benedire e perdonare. Ma ciò non è bastato; si è voluto provvedere al suo avvenire. U Min ghetti infatti fin dal primo annunzio della massima di separazione si affretta a dichiarare che non è già che lo Stato moderno rùumzi ai diritti suoi, ma rinunzia al sistema giurisdizionale, alle vecchie difese preventive che più non reggono, per crearne di nuove repressive con una legislazione appropriata alle circostanze presenti. E procedendo oltre nello sviluppo del suo concetto fondato sullo spirito delle nuove legislazioni né (sic) presenta una pittura in gran parte fedele e s'allieta che lo Stato abbia oramai fatto suoi propri gli atti più essenziali della vita del cittadino cioè la nascita, il matrimonio, la morte: nega l'esistenza delle due potestà: attribuisce la sovranità solamente allo Stato, cioè la facoltà di far leggi accom­pagnate da una sanzione coercitiva la quale ad esso solo appartiene né alcun altro fuori d'esso può possederla. Ad esso la vigilanza sui privati e sulle associazioni che non trapassino la sfera dei loro diritti; alla Chiesa nulla più che una autorità morale e spontaneamente ricevuta. Dichiarasi nulla innanzi allo Stato la distinzione tra chierico e laico; si sostiene l'abolizione di tutti i privilegi della Chiesa, come di tutte le disposizioni eccezionali che la vin­colano, ma ben inteso ponendo la sua libertà sotto l'osservanza delle leggi e determinando la sfera della sua autonomia. Ogni immunità è distrutta, ogni giurisdizione e foro ecclesiastico abolito, il servizio militare dei chierici san­zionato. Sono misconosciute le leggi d'indole meramente morale e si nega perciò la sanzione ai voti perpetui. Quanto al diritto penale si mettono al lutto Inori i delitti di lesa religione in quanto tale come l'eresia, l'apostasia, lo scisma, il sacrilegio, la magia, il sortilegio e a quei che vi si lasciano si attribuisce un titolo diverso dall'idea religiosa. Quanto alle istituzioni è fatta facoltà allo Stato di abolire le antiche come non corrispondenti a suo giudizio allo spirito dei tempi; le nuove si sottopongono al suo ordinamento, alla sua tutela riformativa. Si limitano i diritti della Chiesa al territorio nazionale e
1) D. JACOBINI, La tolta .... cii p. fi.
2) B, JACOBINI, La lotta..,. ni., p. 9.