Rassegna storica del Risorgimento
JACOBINI DOMENICO MARIA
anno
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1971
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pagina
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585
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// cani. Domenico M. Jacobini
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perciò si esclude nello Stato il riconoscimento dell'autorità generale della Chiesa e dei suoi possessi in quanto ente giuridico, e si sottopone alla vigilanza di quello, e alle sue leggi come associazione. Le società monastiche sono poste nell'arbitrio dello Stalo quanto alla loro approvazione e abolizione, sostienisi la convenienza di abolire i benefizi; alle fabbricerie) corporazioni, seminari, opere pie d'ogni genere vuoisi che lo Stato imponga dei limiti, li guarentisca e protegga sotto la scorta di leggi generali. In massima poi sono limitati ad arbitrio della società civile i possessi delle istituzioni ecclesiastiche, l'amministrazione dei beni vuoisi attribuita alla congregazione dei fedeli; compresa la gerarchia ecclesiastica quasi non fosse che un elemento qualunque di quella. S'introduce lo Stato nei conflitti interni che possono sorgere nella Chiesa, si offre il ricorso nel tribunale civile al prete ribelle scacciato dal suo beneficio, e si vuole che il tribunale giudichi come lo farebbe d'ogni obbligazione che nasca da contratto, e annulli gli effetti del giudizio ecclesiastico reintegrando il diritto del ricorrente. Chiedesi una legislazione che provveda agli abusi del clero nella predicazione e nell'amministrazione dei sacramenti. L'insegnamento e la beneficenza lasciasi in qualche modo alla Chiesa, ma con tanti vincoli con tanti limiti che di fatto si riducono a vero servaggio. Finalmente si proclama la compartecipazione dei fedeli al governo della Chiesa stessa qua! mezzo affinché i suoi statuti siccome quelli di qualunque altra società si modifichino secondo l'andazzo dei tempi e si pongano i diritti e doveri dei cristiani nella opportunità di essere considerati dalla legislazione civile informata al principio rappresentativo . E il Minghetti aggiunse don Jacobini non è neppure il più eccessivo dei separatisti, anzi affetta qna e là nella sua opera una cotale equità verso la Chiesa di cui ciascuno da quel che sopra si è discorso può agevolmente giudicare >. Così - concluse l'oratore la sua critica al separatismo il coltello separatista ha lo stesso effetto degl'ipocriti abbracciamenti regalasti; esso ha diviso il cristiano dal cittadino, la Chiesa dalla Società, ma nello spartirne i diritti ha taglialo tanto al vivo che la Sposa di Cristo ne è rimasta orribilmente insanguinata e mutilata. Lo Stato come il leone della favola ha fatto le parti per forma che ben poco o meglio nulla ha lasciato alla società cristiana; è divenuto il carnefice delle coscienze e il vero invasore dei beni i più preziosi delle anime.1) Dopo aver accennato, giudicandolo severamente, al terzo sistema, quello di oppressione caratteristico degli Stati russi dove lo Stato era trascinato ad una guerra cieca micidiale contro la Chiesa cattolica -' don Jacobini trattò le conseguenze della lotta tra i due poteri. Secondo il prelato romano le pretese del moderno potere politico > erano sfociate in due delitti gravissimi : la rinnegazione pratica del supremo principato spirituale sia nell'esercizio del suo ministero, sia nella cattedra de* suoi insegnamenti, sia nella efficacia del suo governo, e l'attacco alla sua esterior conservazione, ai mezzi della sua sussistenza come società umana *.8* À giudizio dell'oratore, con questi delitti lo Stato ha obliato il suo fine, è divenuto ingiusto oppressore pubblico . *' E in questa ipotesi dello Stato il Socialismo e il Comunismo si danno la mano e figli degli
3) D. JACOBINI; La lotta.... e.jt., p. 12 sg.
2) D. jAcoano, La lotta ., eit, p. 20.
8) D. JACOBINI. La lotta..., di.., p. 24.
*ì D, JACOBINI, La fotta.,* vìi., p. 24.