Rassegna storica del Risorgimento

JACOBINI DOMENICO MARIA
anno <1971>   pagina <589>
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Il card. Domenico M. Jacobini
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possibilità di realizzare gli scopi per coi era sorta: Le ragioni della Rassegna nota un polemista cattolico dell'epoca non piacquero a tutti, anzi furono prese da alcuni in mala parte, ed ella non volle prolungare la polemica pur mantenendo il suo carattere di periodico conservatore . *)
Com'è noto, sia il Circolo che la Rassegna ebbero breve durata. Si
filtrare pertulto e specialmente nel parlamento. Bisogna che il mondo sappia che i cattolici sanno farsi rispettare; che essi non hanno paura di far udire la loro voce, e che, sebbene riprovino altamente gli errori, per non dir peggio, di un governo di parte, non amano meno per questo il loro paese che devesi considerare come una terra altamente prediletta da Dio. Conviene che noi facciamo qnel medesimo che Tertulliano narra a proposito dei primi cristiani; che penetriamo cioè perniilo, mo­strando la santità della causa che abbiamo l'onore e la gloria di difendere. Per ora tutto questo si comprende poco qui, e si aspettano illusoria mente aiuti e protezioni da chi non. può né vuol darceli. 0 io erro forte o la soluzione del grave problema che preoccupa fortemente tutta Italia non verrà che dagl'Italiani. Noi però dobbiamo cooperarvi del nostro meglio, giacché Dio benedetto dice che dobbiamo aiutarci da per noi, se vogliamo essete aiutati da Lui. La verità di tutto questo io spero che finirà per trionfare, ed è per questo che non cesso di spronare i miei amici a non lasciarsi abbattere. Noi dobbiamo combattere nel miglior modo possibile, animati dall'amore di fare il bene della Chiesa e della nostra Patria; allora avremo diritto di sperare nel divino aiuto. Incoraggiamenti così preziosi come il Suo, Monsignore Eccellentissimo, non possono che spingerci a perseverare nella via che abbiamo intrapresa e che pur troppo è seminata di spine. La santità della causa che difen­diamo deve però farcele sembrare rose. Ci vorrebbe che tutto l'Episcopato Italiano avesse non dirò la convinzione, giacché questa mi pare esista nei più, ma la forza ed il coraggio di parlare come Ella parla. Questo accorderebbe di molto la via. Mi permetta qui di rallegrarmi di cuore con Lei per certi attacchi mossile da una stampa sedicente cattolica la quale, non voglio indagare con. quale scopo, fa la causa dei nostri nemici e della rivoluzione in un modo veramente sorprendente. Questa stampa, che non risparmia lo stesso Augusto e Santo Capo della Chiesa, non sa ancora darsi pace in vedendo che non è più essa, la quale ha il diritto, di dettar la legge scomu­nicando a dritta ed a sinistra chi non pensa o almeno non parla come loro. Sono veri sepolcri imbiancati contro i quali bisognerebbe adoperare il flagello. In Roma però si è ancora troppo indulgenti e si esita soverchiamente a colpire, sebbene gli ultimi fatti abbiano aperto gli occhi a non pochi. Quel che manca è un poco più di energia, ma anche questa spero che verrà. Ci vuole che tutti parlino ma specialmente i Vescovi che, col Papa, devono essere i nostri duci e maestri. Delle elezioni temo che anche questa volta non si farà nulla, ciò che è un grande male, tanto più che l'occasione mi pareva assai propizia. In mezzo a questa confusone, non dirò di partiti politici, che mi pare non esistano più, ma di ambiziose frazioni parlamentari che non. desiderano se non di dominare per arricchire, il partito cattolico, vero partito conservatore per eccellenza, senza antecedenti vergognosi, giovane e forte per la purità stessa della causa che difende, sarebbe chiamato a fare un gran bene e ad esercitare una grande influenza come il partito del Centro in Germania. Quando si comprenderà questo? È nei segreti di Dio, ma noi dobbiamo fare del nostro meglio perché si comprenda al più presto possibile . Il documento in CARLO BELLO, Lettere a mona. Bonomctti, 'il-, p. 69 ng.
i) ENRICO Piuznun, ha pace tra Chiesa Stato, Roma, 1884, p. 13.
3) Il 21 gennaio 1891 il Tonfalo, in una lettera al vescovo Cnllegari scrisse che la Rassegna italiana mori enei sospetto e nella sfiducia dei più per certo spirito Con* rrilinto rista che colaggio fa Roma, n.rfr. perdura forse più che nella rimanente Italia Il documento in 6. TOMOLO, lettere, eh., I 11871-1095), p. 204 sg.