Rassegna storica del Risorgimento
JACOBINI DOMENICO MARIA
anno
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1971
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pagina
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595
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// card. Domenico M. Jacobini 595
essendo morigerato nel conversare e di condotta esemplare. È fornito continuò il teste di gravita, prudenza e probità, ed è mollo prattico nel trattare gli affari specialmente ecclesiastici per cui gli furono affidati vari ed importanti uffici. A questo punto il De Romania tracciò un quadro degli studi e degli incarichi avuti da Domenico Jacobini: Compì il corso regolare de* studi con molta lode. Fu laureato in Filosofia, in S. Teologia ed in utroque jure nel Seminario Romano ove fu professore di Letteratura Greca e prefetto degli studi e certamente possiede quella scienza e dottrina che si ricerca in un ecclesiastico da elevarsi alla dignità episcopale affinché possa insegnare i fedeli affidati alla sua cura nel retto cammino della virtù . Gli uffici esercitati con lode da questo ecclesiastico proseguì il teste sono i seguenti: fu annoverato fra i Prelati Domestici di Sua Santità, fu nominato Sostituto della Segreteria de' Brevi, Sottobibliotecario di S. R. Chiesa, Sostituto Consultore per gli affari ecclesiastici straordinari, e della S. Romana ed Universale Inquisizione, non che delle Indulgenze e Sacre Reliquie, fu anche minutante degli affari della Secreteria di Propaganda Fide e fondatore della Primaria Associazione Artistica Operaia in Roma, ed è Canonico della Patriarcale Basilica Vaticana >. Quanto ai suoi rapporti con la Chiesa, don Jacobini assicurò il teste non ha mai dato scandalo alcuno né ebrea la Fede, costumi o dottrina onde non trovasi, illaqueato da veruna censura ecclesiastica o impedimento canonico valevole a impedire la sua promozione, anzi è stato ad altri di buon esempio e di molta edificazione . Per le quali cose tutte da me esposte concluse il De Roman is io lo reputo atto ed idoneo a ben regolare i fedeli che la Santità di N.S. si degnerà affidare alla cura e zelo di sì distinto prelato, e tal promozione sarà utile e proficua e di decoro alla Chiesa.1)
Terminato il processo, don Jacobini fu invitato a sottoscrivere la rituale Professione di Fede e il 4 agosto fu nominato arcivescovo di Turo in parttbus infidelium. Poco dopo, il neo-arcivescovo ebbe dal Papa cui stava a cuore di vedere il movimento cattolico in Italia risvegliato potentemente e saviamente organalo l'incarico di entrare in diretta comunicazione con alcuni vescovi di ciascuna provincia ecclesiastica d'Italia per accertare il vero stato del movimento cattolico > ed indicare gli argomenti da rianimarlo, dirigerlo, perfezionarlo >.2)
i) Il processo in ASV, Dataria, voi. 243, fase. 29 ff. 643-647 e 689-693.
2) Cosi in una lettera inviata il 26 ottobre 1881 da mora. Lucido Maria Parocchi, Arcivescovo di Bologna, al Vescovo di Parma, mora. Villa. Il documento è particolarmente importante perché testimonia, oltre che della considerazione di cui mone. Jacobini godeva presso Leone XIII, del ruolo importante avuto dal prelato romano nella rianimazione del movimento cattolico italiano in un momento in cui, a seguilo dei fatti verificatisi nella notte del 18 luglio 1881, imperversava in Italia, e a Roma in particolare, una foste ondata anticlericale. Vale la pena, pertanto, di riportarlo per intero: IH.mo Bevano Monsignore, Mona. Domenico Jacobini Arcivescovo di Tiro nei giorni dell'ultimo mia dimora in Roma per lo solennità delia Congregazione m'esprìmeva le intenzioni del S. Padre circa il movimento cattolico in Italia, che bramerebbe risvegliato potentemente e saviamente organato. A mie scopo m'avvertiva essere mente della Santità Sua, che 11 enllodato Monsignore Arcivescovo entri in diretta comunicazione con alcuni Vescovi di ciascuna Provincia Ecclesiastica d'Italia