Rassegna storica del Risorgimento

JACOBINI DOMENICO MARIA
anno <1971>   pagina <596>
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Mario Casella
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Il 30 marzo 1882 mons. Jacobini fa nominato Segretario di Propaganda Fide.*)
A quest'ultima carica, mons. Jacobini giungeva in un momento molto critico per l'Istituto; in un momento, cioè, in cui il Governo italiano si appre­stava ad incamerarne i beni, rispolverando la legge 19 giugno 1873 che esten­deva alla provincia romana le leggi di incameramento della proprietà eccle­siastica. I beni di Propaganda, come si sa, dopo la conversione della villa di Montalto presso Frascati avvenuta nel 1874, erano stati risparmiati per il personale intervento di Vittorio Emanuele. Ma, morto quest'ultimo, il pro­blema era stato rimesso in discussione soprattutto ad opera del Crispi e dello Zanardelli, e, nel 1880, il Regio Commissario della Giunta liquidatrice aveva pubblicato i bandi per la vendita all'asta dell'intero patrimonio di Propa­ganda Fide. Inutilmente l'Istituto intraprese un'azione legale per far dichia­rare i suoi beni immuni dalla conversione: il Tribunale Civile di Roma rigettò l'istanza con sentenza emessa il 21 luglio 1880 e analogo verdetto emise succes­sivamente la Corte di Appello. La Corte di Cassazione, però, riconobbe il buon diritto della Congregazione e, con sentenza estesa dal Senatore Miraglia, suo Presidente, rinviò la causa alla Corte d'Appello di Ancona, la quale, il 14 di­cembre 1881 condannò nuovamente Propaganda Fide alla conversione del suo patrimonio immobiliare. Né valse chiedere l'annullamento della sentenza alla Corte di Cassazione di Roma a Sezioni unite, perché questa, con decisione del 29 gennaio 1884, respinse il ricorso confermando la sentenza di Ancona. Tale conclusione della vicenda giudiziaria fu accolta con molta amarezza in Vaticano. Il Papa, parlando ai Cardinali che il 2 marzo s'erano riuniti per festeggiare il suo genetliaco, si lamentò delle gravi (...) offese che riceve (va) in Roma la sua divina missione; affermò che quello era un attentato contro la libertà del Capo della Chiesa nell'esercizio della sua spirituale libertà e
(lasciali in disparte gli Arcivescovi per non destare sospetti), i quali poi diramino le superiori istruzioni a quelli della provincia medesima, che loro saranno indicati. Soggiungeva che fra breve avrebbe spedito ai detti vescovi un questionario, perché dalle risposte fosse noto il vero stato del movimento cattolico, e quindi risultassero gli argomenti da rianimarlo, dirigerlo, perfezionarlo. In seguito a tali pratiche 1*E.S. del Sig. Card. Segretario di Stato mi avvisava che al suddetto intento per codesta Provincia dell'Emilia è designato V.S, Ill.nia, e che i Vescovi destinati a corrispon­dere con lei in argomento, ed ai. quali darà partecipazione delle cose in questa lettera contenute sono quelli di Modena, Borgo S. Donnino, Piacenza. Non dubito che appena la S.V. Rev.ma ne avrà adempiuto l'incarico e ottenuto riscontro, me ne darà parte, affinché possa iiidilatamente avvisare la prelata Eminenza Sua. Voglia aggradire anche in questa occasione i sensi di quella particolarissima stima, con che badandole devotamente le mani mi profferisco di V.S, R.ma aff.mo come fratello L. M- Parecchi, Areiv,. (Questo documento che mi è stato cortesemente segna­lato dal rev. don Celso Pelosi, al quale esprimo qui la mìa sincera gratitudine si trova nefl'AucHJvm VESCOVILI-: OI PARMA, annetta Villa).
l) Per questa e per altra date cfr. Grusprn DB MARCHI, Le Nunziature apostoliche dal 1800 al 19S6, Roma, 1957, p. 23; o NICOLA KOWAI.SKV, Seria del Cardinali Prefetti e dei Segretari della Sacra Congregazione de Propaganda Fide, Roma, 1962, p, 128 sg.