Rassegna storica del Risorgimento
JACOBINI DOMENICO MARIA
anno
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1971
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pagina
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601
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77 card. Domenico M. Jacobini
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A queste affermazioni di Edoardo Soderini non è possibile, come si diceva, dare una conferma o una smentita: le catte Jacobini sono introvabili* 1*Archivio di Propaganda non è consultabile per gli anni in esame e il nome del prelato romano è del tutto ignorato nelle opere stampate di Francesco Crispi. Sempre per le stesse ragioni è impossibile illuminare l'opera svolta da mons. Jacobini come Segretario di Propaganda Fide negli anni successivi alla conversione dei beni, fino al 1891 anno della sua partenza per la Nunziatura di Lisbona. Unnico documento ebe si riferisce a quest'ultimo periodo è conte-unto nelle carte Crispi conservate all'Archivio Centrale dello Stato a Roma. Si tratta di una domanda che mons. Jacobini indirizzò al Crispi il 6 giugno 1890 per ottenere l'autorizzazione del Governo italiano al trasferimento in Roma del danaro che Propaganda Fide aveva in deposito presso alcune banche estere. < Con atto circolare del 15 marzo 1884 si legge nel documento in seguito alla conversione de* suoi beni nel Regno di Italia la S. Congregazione di " Propaganda Fide " istituì presso le sue procure all'estero tante separate amministrazioni e tante casse ove essa è venuta di mano in mano collocando le offerte dei fedeli destinate all'incremento delle SS. Missioni ed a portare la luce della vera civiltà evangelica nelle regioni inesplorate degl'infedeli. Ora per ragioni che qui non è mestieri di enumerare la S. Congregazione trova più conveniente che tutto o parte di questo danaro esistente all'estero sia trasferito in Roma ove può essere vantaggiosamente collocato in mutui fruttiferi garantite da solide e [illeggibile] iscrizioni ipotecarie. Peraltro siccome questo danaro è destinato esclusivamente ai bisogni delle SS. Missioni (che tale è la mente dei pii donatori) e questi bisogni si presentano ordinariamente imperiosi ed urgenti, il Pio Istituto non potrebbe consentire che venisse vincolata la sua libertà d'azione col rinvestimento in rendita nominativa, allorché si desse la circostanza della realizzazione delle diverse [illeggibile] capitali, perché non è malagevole scorgere che questa condizione incepperebbe essenzialmente la destinazione dei fondi destinati a seconda della sua istituzione. Richiede pertanto che per la somma di cinque milioni depositata oggi presso le banche estere venga data, mediante relativo decreto, autorizzazione a questa S. Congregazione di " Propaganda Fide * di concludere dei mutui od altri sicuri rinvestinienti a suo arbitrio in Roma senza l'obbligo di commutarli in rendita nominativa quando se ne verificasse la realizzazione . Può occorrere la difficoltà proseguiva mons. Jacobini prevenendo possibili obiezioni che con questa concessione venga fatta deroga alla legge che governa siffatta materia. Ora pare che con una interpretazione equa della detta legge che potrebbe farsi dal Consiglio di Stato e coll'intervento di un Decreto Regio la " Propaganda * potrebbe essere autorizzata ad operare la traslazione dei fondi ed il rinvestimento sopraccennato. In primo luogo si tratta, nel caso di fondi esistenti liberi all'estero e propri delle Missioni Estere perché dati dai fedeli dei rispettivi paesi esclusivamente a quello scopo ed in terra indipendente dal Governo del Regno. Potrebbero considerarsi adunque come beni di un Istituto all'estero. Ciò potrebbe anche valere se si considerassero come appartenenti al Collegio Urbano unito alla Propaganda e facente parte integrante di essa. Il Collegio difatti è
1887) ebe il prelato invio all'uomo politico per raccomandare l'aspirazione di certo Carlo Bizzarri a ricoprire il posto di impiegato presso l'officio postala di Paliano. CJI documento in ACS, Pretidanzu del Consiglia, Gabinetto, Atti, n. 1887, f. 592).