Rassegna storica del Risorgimento

JACOBINI DOMENICO MARIA
anno <1971>   pagina <602>
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Afono Casella
internazionale, non affatto italiano e quindi meramente estero. Perciò resterebbe sempre a discutersi se i beni della Propaganda intestati insieme al suo Collegio Urbano ed a questo esclusivamente donati ed appartenenti potessero risultare passibili di conversione, o non piuttosto riguardati come quelli di altri Collegi esteri ed in conseguenza rendere ad essi applicabile meglio l'art. 23 della legge 19 giugno 1873 che l'art. 17. Da ciò si rileva che cotesto Regio Governo non pnò trovare ostacolo nel dichiarare che le date somme appar­tenenti al Collegio Urbano di Propaganda Fide , e trasferite in Roma dal­l'estero possano considerarsi come quelle appartenenti ad altri esteri Collegi e collocate in un genere di rinvestimento, già per questi ultimi autorizzato, lasciandone sull'impiego ed erogazione una piena e completa libertà d'azione, come già avviene per le rendite della Propaganda , Questa S. Congrega* zione conclude il documento confida che, e per le sue espresse ragioni di diritto e per i vantaggi fiscali ohe ne risulterebbero al Regio Governo, ed anche per quelli che andrebbe a risentirne la Società, venga favorevolmente accolta questa domanda, la quale, se respinta, obbligherebbe questo Pio Istituto a continuare il sistema fin qui adottato, di collocare cioè all'estero le oblazioni che dall'estero le pervengono .1 )
Anche di questa domanda di mons. Jacobini non è possibile dire, per le ragioni suaccennate, ae e quale seguito abbia avuto. Ciò che mi sembra inte­ressante aggiungere è un piccolo particolare contenuto nella lettera con cui il Segretario della Congregazione accompagnò la domanda. Tale lettera non è indirizzata al Crispi ma ad un suo collaboratore, probabilmente il Palombo Cardella. In essa mons. Jacobini, dopo aver raccomandato al suo interlocutore di presentare la domanda al Ministro, afferma: Faccio la cosa quasi da me non avendo sentite molte persone.2)
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Il 16 giugno 1891 mons. Jacobini fu nominato Nunzio in Portogallo.8) La partenza del prelato per Lisbona diede adito, negli ambienti liberali di Roma, a svariate supposizioni. Secondo informazioni raccolte dal questore della città e comunicate al prefetto con rapporto 21 aprile 1891, la nomina di mons. Ja­cobini sarebbe stata provocata dai contrasti esistenti nella Curia romana tra la parte transigente che vedeva in lui un valido appoggio per effettuare il progetto di dare un indirizzo più liberale alla politica del Vaticano e quella intransigente con a capo il Generale dei Gesuiti Anderlcy e i cardinali anch'essi gesuiti Melohery e Mazzella, i quali avrebbero reclamato l'allontanamento di mons. Jacobini < nell'interesse della polìtica loro . 11 rapporto parla anche di un incontro che il conte Francesco Vespignani Pre­sidente dell'Artistico-Opernia. alla cui costante protezione deve il Jacobini la rapida carriera fatta avrebbe avuto con il cardinale Parocchi, Vicario di S. Santità, per ottenere * la revoca del trasloco . Tale richiesta, però, sarebbe rimasta lettera morta perché investito della nuova carica avrebbe risposto il Parocchi il Jacobini potrà fra dne o tre anni ritornare in Roma ed avere
*) Il documento in ACS, Catte Crispi, Roma, fuse. 169, Sottofnsc. VI. 2) La lettera in ACS, Carta Crhpi, Roma, fase. 169, Sottofnsc. VT. a) Per questa dntn e por quella della nomina dello Jacobini a cardinale, cfr. GrusKPPE DB MAIICHI, La nunziatura.. cit., p. 215.