Rassegna storica del Risorgimento
JACOBINI DOMENICO MARIA
anno
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1971
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pagina
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Il card. Domenico M. Jacóbini
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la nomina a Cardinale : gli consigliava, pertanto di accettare Falto poeto assegnatogli . *)
A Lisbona mone. Jacóbini rimase fino al 1896. In questi cinque anni, oltre che dare prove manifeste del suo tatto diplomatico, rendendo speciali e co* spirai servizi alla Santa Sede 2> fu lui che nel 1895, convincendo il Re del Portogallo a rinviare la sua progettata visita in Italia, fece subire uno smacco al Governo Italiano e, per contraccolpo, provocò un maggior risveglio nel partito clericale in Roma * s) - si occupò attivamente del movi*
-) 11 rapporto in ASR, Prefettura, Gabinetto, b. 464, fase Notizie del Valicano. A proposito del Cardinale Mazzetta non è superfluo sottolineare come negli ambienti del Ministero dell'Interno fosse egli ritenuto come uno dei più irreconciliabili cardinali . Questo giudizio è contenuto in un rapporto inviato il 3 ottobre 1889 alla Direzione Generale della Pubblica Sicurezza presso il Ministero e in pari data da quest'ultima mandato in visione al prefetto di Roma. Con il rapporto del 3 ottobre, e con nn altro del giorno precedente, il prefetto di Bari aveva informato il Ministero che nei giorni 19 e 20 settembre s'era tenuta nella città pugliese una riunione di vescovi collo scopo di proclamare dogma il potere temporale. Le accennate riunioni di Vescovi aveva avvertito il prefetto di Bari hanno luogo se non coll'intelligenza di Leone Alti, certo con quella di alcuno dei più intransigenti porporati della Curia Romana. Di fatti, delle riunioni tenutesi a Bari, è stato informato minutamente il Cardinal Mazzetta dal di lui fratello mons, Ernesto M., arcivescovo di Bari. Il card. Mazzetta abita in cotesta città a S. Nicola a Tolentino n. 8 ed è in voce d'uno dei più irreconciliabili cardinali. L'arcivescovo Mazzetta che dal fra-tetto cardinale deve aver avuto la parola d'ordine per le riunioni tenutesi, ha fatto sapere al fratello stesso che tutto procede bene . L'incontro dei vescovi a Bari rientrava, a giudizio del prefetto pugliese, nel quadro di altri concili che, sempre sullo stesso argomento, si sarebbero tenuti in altre parti d'Italia e che sarebbero stati conclusi, entro la fine dell'anno, da una assemblea plenaria in programma a Roma. (I due rapporti in ASR, Prefettura, Gabinetto, b. 463, fase. Notizie del Vaticano ).
2) FRANCESCO PASCUCCI, Jacóbini Domenico, di.
8) Così il questore di Roma al prefetto in un telegramma datato 24 ottobre 1895. Il rapporto in ASR, Prefettura, Gabinetto, b. 471, fase. Partito clericale. La notizia detta venuta in Italia del Re di Portogallo aveva suscitato sorpresa e imbarazzo in Vaticano. Cosa fare per impedire la visita? E quale contegno assumere nella eventuale impossibilità di impedirla? Informazioni raccolte negli ambienti vaticani e trasmesse al Ministero dell'Interno assicuravano che la Santa Sede considerava il viaggio di Re Carlo in Italia una nuova breccia Porta Pia (così in un telegramma anonimo spedito a Roma da Berlino 11 9 maggio 1895: il documento in ACS, Crispi Roma, fac. 664, sot tofane. I). Occorreva, perciò, convincere il Re portoghese a rinviare la sua venuta a Roma e in questo senso furono date, dalla Santa Sede, istruzioni a mona. Jacóbini. L'esito favorevole della missione svolta dal prelato fu accolta con soddisfazione negli ambienti vaticani e clericali, ma attirò per contro sul Governo Crispi le critiche di una parte della stampa nazionale: Gazzetta Piemontese, Corriere della Sera di Milano e consorti scriveva DOMENICO FABIWI (Diario, cit, I, p. 790) il 16 ottobre 1895 - - si affannano a provare che questo fu uno smacco di Crispi; che Crispi volle In visita a Roma, In quale poteva farsi altrove. Dal canto ano, Francesco Crispi accasò il Re portoghese di soggezione ni capricci del clero (FAHINI, Diario, cit., I, p. 790) e In un appunto senza data lasciò scritto che il Governo Portoghese conoscendo i suoi vincoli col Vaticano, avrebbe dovuto, prima di annunciarci la visita del tuo Re al nostro augusto Sovrano, invocare la volontà del Papa. Se eoa! avesse fatto, avrebbe evitato, innanzi l'Europa, la sua