Rassegna storica del Risorgimento

JACOBINI DOMENICO MARIA
anno <1971>   pagina <606>
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Mario Casella
gerla. I sociologi di qnì non potrebbero acri vere sulla Rivista. Qnì il campo nelle idee è ancora sossopra e sarebbe più facile presentando una serqua di po­sitivisti e di deterministi impiastricciati dei prodotti delle false scuole francesi e inglesi che nomini che si elevino al grande ideale cristiano. Mancano di studi seri (?), e la stessa Università di Coimbra non potrebbe, credo, darmi uomini opportuni al nostro intendimento. L'insegnamento è in un miserabilissimo stato in tutto il Regno e per giunta si studia poco. Vedrò se posso avere lo scritto sul regime bancario in Portogallo, ma non so se riuscirò . Intanto concludeva il prelato si faccia animo, e vinca le molteplici difficoltà che so­gliono imbarazzare in Italia le buone riviste, non meno che i buoni giornali. Solo lo zelo della divina gloria, e un casto amor di patria possono trionfare, ed ella ha l'uno e l'altro .J)
Nell'autunno del 1893 mons. Jarobini sembrò sul punto di essere trasfe­rito alla vacante sede vescovile di Bologna. La notizia è di fonte liberale ed è contenuta in un telegramma inviato il 23 settembre di quell'anno dal reggente la questura al prefetto di Roma: Siccome dal Vaticano si legge nel docu­mento si vuole mantenere certo prestigio diplomatico a quella sede (di Bo­logna, n.d.r.), considerata ancora come capoluogo di legazione pontificia, così si parla ancora della probabile nomina del Jacobini attuale Nunzio in Porto­gallo dove avrebbe fatto non troppa buona prova. Inviso al Rampolla, questi fa di tutto per allontanarlo dalla Curia dove fra non molto dovrebbe tornare . -> Le voci raccolte negli ambienti della Questura romana non si rivelarono fondate: mons. Jacobini infatti non andò a Bologna ma restò a Lisbona ancora per tre anni, fino al 1896. Il 2 giugno di quell'anno il prelato, nonostante che la sua nomina fosse contrastata dal partito intransigente > della curia Romana,8) venne creato cardinale e il 4 luglio nel palazzo della Nunziatura a Lisbona si svolse la cerimonia dell'imposizione della berretta cardinalizia. Giuseppe Toniolo fu tra ì primi a congratularsi con il neo-porporato. Anch'io gli rispose il cardinale Jacobini in data 14 luglio come voi ringrazio Dio degli im­mensi benefici che mi ha fatto, ma non posso convenire col cumulo di meriti che mi attribuite. Ho fatto poco di bene al mondo (...) e chi sa qual conto dovrò rendere a Dio del molto più che poteva e doveva fare. Tornando in Roma, se a Dio piacerà, non mancherò di fare il poco che posso pegli Studi Sociali: che non conosco quanto voi nella bontà vostra credete (.-)> E aggiungeva: <r Benedica Iddio il congresso scientifico di Padova e mostri esso un'altra volta, che la Chiesa non ha mai avnto paura della scienza vera come si sono compia­ciuti supporre i suoi nemici. La Chiesa anzi si metterà alla testa di ogni pro­gresso e ad essi destituiti del fondamento del sapere farà mordere la terra. Cosi il trionfo della verità sarà consacrato (?): esso il trionfo più. bello, più caro, e superiore ad ogni altro .4'
) La lettera in BAV (BIBLIOTECA APOSTOLICA VATICANA), Carteggi Toniolo, n. 1052.
2) Il rapporto in ASR, Prefettura, Gabinetto, h. 469, fase e Notizie del Valicano .
a) Il barone De Cetlo, rappresentante bavarese presso la S. Sede, cosi diceva a Domenico Fari ni lì 19 Aprile 1895: Mons. Jacobini, che fu nel 1887 intermediario di conciliazione, e che ora nasendo Nunzio da cinque anni, dovrebbe avero il Cap­pello, forse non l'otterrà tanto il partito intransigente lo osteggia (H. FARINI, Diario, di, I. 19 aprile 1895. p. 677).
<) La lettera in BAV, Carteggi Toniolo, n. 1562,