Rassegna storica del Risorgimento

JACOBINI DOMENICO MARIA
anno <1971>   pagina <615>
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Il card. Domenico M. Jacobini 615
giunse rapidamente al termine dei suoi giorni. Morì, povero come era nato,1) il 1 febbraio 1900.
Poco tempo prima di morire, il cardinale aveva donato ai soci del Circolo S. Pietro un quadro della Vergine Immacolata ed aveva accompagnato il dono eon alcune parole che possono considerarsi come il testamento spirituale da lui lasciato al laicato cattolico romano: Si mantengano fermi nella fede e nella più calda devozione al Sommo Pontefice, unica ancora di salvezza nella pre­sente tempesta del mondo, educhino i loro figli nei medesimi sentimenti, e prò-curino sempre di tenersi tutti strettamente uniti alla loro bandiera, alla quale domina Nostro Signore Gesù Cristo .2)
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A conclusione di questa ricerca è opportuno, allo scopo di meglio chiarire e precisare la personalità di Domenico Jacobini, fare alcune riflessioni in ordine alla vita e all'azione svolta dal prelato romano durante quarant'anni di mini-stero sacerdotale. La prima di queste riflessioni conclusive riguarda l'atteggia* mento assunto dal Nostro nel contesto del movimento cattolico italiano del se­condo Ottocento. Fu mons. Jacobini nn intransigente o un transigente? Una risposta netta e definitiva non è facile, anche perché tutt'altro che ricca è la documentazione che abbiamo al riguardo. D'altra parte, quanto è stato detto fin qui ci offre alcuni interessanti elementi per tentare di definire, sia pure in termini approssimativi e non conclusivi, la personalità del prelato romano. Ebbene, sugli inizi dell'attività di don Jacobini tra i cattolici romani non sem­bra si possano avere dubbi. Se pensiamo alla parte da lui avuta intorno al 1870 nella ideazione e realizzazione delle più importanti associazioni catto­liche romane dal Circolo S. Pietro alla Promotrice di buone opere , dalla Artistico-Operai a alla Società per gli Interessi Cattolici alla Fede­razione Piana > la nostra conclusione non può essere che una: don Jacobini, all'inizio della sua attività fra i cattolici romani fu certamente un convinto in­transigente. A tale atteggiamento, tuttavia, il sacerdote romano non rimase a lun­go fedele. Mano a mano, infatti, che, col passar degli anni, svaniva la possi­bilità di un ritorno al passato con la restituzione al Pontefice del potere tem­porale, alcuni cattolici romani vennero lentamente abbandonando le loro po­sizioni di assoluta intransigenza verso gli usurpatori , per assumere, nei con­frónti del fatto compiuto un atteggiamento più sereno e realistico. Don Jacobini fu tra quest'ultimi. Il primo risultato della sua conversione in senso transigente fu la partecipazione alla fondazione, nel 1876, della celebre Unione Romana per le elezioni amministrative. Ma fa soprattutto nei primi anni del pontificato di Leone XIII che il sacerdote romano diede chiari segni di transi-gentismo: sì pensi all'atteggiamento da Ini assunto nella disputa tra Opera dei Congressi e Gioventù Cattolica, alla simpatìa con cui segui il movimento dei Conservatori Nazionali, alla sua partecipazione alla fondazione della Rassegna
i) VIRGILIO CASELLI (La solenne commemorazione..., cit., p. 9) ricorda come tatto il denaro che il card. Jacobini possedeva ni momento del trapasso ammontasse a sole seicento lire. Lascio tatto quello che possiedo fu poi trovato scritto nel testamento alla Santa Sede; affido le mie sorelle alla carità del Papa.
2} Cfr. CABLO SANTUCCI, Commemorazione..., cit,, p. 15.