Rassegna storica del Risorgimento
JACOBINI DOMENICO MARIA
anno
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1971
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pagina
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617
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Il card. Domenico M. JacoUnì
617
mio avviso, per valutare serenamente l'azione del prelato romano in questo settore, è indispensabile distinguere il campo teorico da quello pratico. Sul piano teorico, certo, non si pnò disconoscere a mons. Jacobini il merito di aver saputo raccogliere ed organizzare, specie lungo l'arco degli anni Ottanta non è inutile ricordare ancora una volta la parte da lui avuta nella fondazione del Circolo romano di studi sociali , della Rassegna italiana e della Unione per gli studi sociali le migliori energie intellettuali di Roma, dando vita a discussioni e a studi che hanno la loro importanza nell'ambito del ricco movimento culturale che caratterizzò gli ambienti cattolici europei negli anni immediatamente precedenti la Rerum Novarum. Ma sul piano delle pratiche realizzazioni bisogna riconoscere che l'opera di mons. Jacobini non fu altrettanto feconda. Come si è detto, sia l'Artistico-Operaia che le altre associazioni cattoliche romane del secondo Ottocento non andarono oltre una efficace ma insufficiente azione caritativo-assistenziale. Quanto, poi, alla specifica competenza del prelato in questioni di carattere sociale, è lo stesso Jacobini che ce ne addita i limiti: al Toniolo che lo invitava, nel 1893, ad esprimere un giudizio sulla Rivista internazionale di scienze sociali, il prelato rispondeva di non essere abbastanza versato negli studi sociali da levarsi a giudice del periodico: sono - precisava un amatore, più un socio/ilo che un sociologo.1)
MARIO CASELLA
i) Cfr, In citata fonerà di Jacobini a Toniolo dal 9 aprile 1899, in BAV, Corteggi Toniolo, n. 1052.