Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE BIBLIOGRAFIA; GARIBALDINI BIOGRAFIE
anno <1971>   pagina <628>
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Alberto M. Glmalberli
rinata di un maggiore quando mi vide presso Sant'Andrea della Valle con quel carico di libri sotto il braccio. Per fortuna, una botticella salvò l'onore della divisa e me da qualche burrasca disciplinare...
Agli Dei piacendo, le battaglie sempre sonanti nel carme di Omero eessa* rono e sopravvennero la vittoria e l'armistizio. È facile immaginare che anche il 1919 non poteva essermi avaro di libri, che mi facevo mandare da casa o da qualche editore o andavo ad acquistare a Trieste, dove scendevo da San Daniele del Carso e da Vippacco, sedi successive del reggimento. E naturalmente, non mancavano Garibaldi e i garibaldini. Ecco Antonio Guerritore con La campagna del Volturno e Vassedio dì Gaeta (Napoli, 1911), ricordo di una corsa a San Giusto del 4 gennaio, ed ecco altri volumi dell'Abita, La Vita di Nino Bixio (Torino, 1912), presa il 30 e seguita, il 14 marzo, da Ritratti e profili (Torino, 1912) e da Meditazioni sul Risorgimento (ivi, 1913). Ed anche quando, sciolta la brigata Potenza , mi hanno spedito nel marzo da Aidussina a Fiume con un gruppo divisionale di mitragliatrici per rafforzare il nostro presidio, la feb­bre libresca non mi ha lasciato. Già il primo giorno fiumano acquistavo libri spagnoli e portoghesi , ma niente Garibaldi, questa volta. Che, invece, riappa­rirà nelle mie compere quando, uscite le disposizioni per gli ufficiali studenti, sono stato inviato al deposito a Milano, dove la 3* edizione di Anton Giulio Bar rili. Con Garibaldi alle porte di Roma (Milano, 1904), acquisto del 25 marzo, e, diciamolo pure, // piacere dell'onestà di Pirandello e Più che l'amore, di d'An­nunzio, recitati da Ruggero Buggeri al Manzoni , mi aiuteranno a sopportare le ricadute della malaria presa sul Piave e l'attesa dell'invio a Roma.
Che tempo quello romano! II ritorno all'Università, dove, contrariamente a quanto ho affermato per errore in Vecchi libri, vecchi amici, ho dato, in bor­ghese, alcuni esami normali, certi contatti con antichi compagni e il primo adden­sarsi di un clima di tormento e di violenza mi hanno, qualche volta, fatto rim­piangere la vita di prima. Mi consolavano le spedizioni librarie e le confidenze maligne sui suoi colleghi di cui mi riteneva degno Ettore Pais... Mi rivedo an­cora nella piccola bottega del sor Ulisse, dove ero di casa, a impadronirmi, tra Peltro, il 31 luglio, de La divisione Medici nel Trentino, del capitano Tito Tabacchi, con autorizzazione del Ministero della Guerra (Firenze, 1867), e, il 19 agosto, dei Tre mesi nella Vicaria di Palermo nel 1860, di F. Brancaccio di Carpino (2* ed., Napoli, 1901).
Ma anche quel periodo fini e il vecchio mitragliere Fiat fu mandato a Molina di Fiemme a comandare il gruppo mitragliatrici Saint-Etienne della Pavia . E da Molina eccolo sbalestrato, con la brigata che si era coperta di gloria a Gorizia nel 1916, a Bisterza ad assediare d'Annunzio... ) E qui lo rag­giungeva il 20 settembre, nobile data per una lettura risorgimentale Eugenio Checchi con Garibaldi. La sua vita narrata ai giovani (5* ed., Milano, 1910). Come mi sia arrivato questo volume, che reca un singolare timbro Ai valorosi sol­dati detta nostra santa guerra invia il Comitato milanese, 1918 , non riesco prò* prio a ricordare. Forse qualcuno lo avrà dimenticato ed io me ne sarò im­padronito?
Dopo fu il congedo con il ritorno definitivo alla vita civile e alle sue in* cognite. E, a parte quelli indicati in Vecchi libri, vecchi amici, altri segnarono
t) Ved. la prefazione a FERDINANDO Gnu UÀ. L'impresa di Fiume nelle parole e nel-l'azione di Gabriele d'Annunzio, Milano, Longanesi, 1966.