Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE BIBLIOGRAFIA; GARIBALDINI BIOGRAFIE
anno
<
1971
>
pagina
<
632
>
632
Alberto M. Chisulhertl
a venderci qualche perfetta riproduzione-litografica di epistole del Duce dei Mille (l'Ottocento ne ha messo in circolazione di veramente splendide) giurando che si trattava di autografi? Uno dei casi più frequenti è slato quello di una certa lettera al Cozzi, del marzo 1878, della quale, a parte quelli che già possedevamo (oltre l'autografo), ci saranno stati offerti non meno di dieci o dodici esemplari. E provatevi a convincerli quei poveretti in buona fede! Minori imbarazzi ci hanno suscitato i falsi. In confronto a Mazzini, Garibaldi è slato più rispettato. Un caso come quello della lettera di Lincoln a Macedonio Melloni e della falsa traduzione mazziniana non ci è mai capitato.1' C'era, piuttosto, da guardarsi da qualche falso domestico J> ... Ma questi avevano, in certo modo, un valore storico.
Le difficoltà materiali influivano non tanto sulla volontà quanto sulle possibilità di lavoro della Commissione, ma più ancora la metteva in crisi la dolo-rosa scomparsa di alcuni tra i suoi più qualificati esponenti. La perdita di studiosi come gli indimenticabili Walter Maturi, nel 1961, Giuseppe Fonterossi, nel '62, Leopoldo Marchetti, nel '67, e quella recentissima di Arturo Codignola, privavano la Commissione di studiosi di sicura preparazione filologica e di altissima competenza specifica.
Forse non sarà male ricordare che anche per la pubblicazione di altri epistolari c'è voluto molto più tempo di quello preventivato. Si pensi a quello mazziniano che, insieme con gli scritti politici e letterari dell'Apostolo dell'Unità, ha richiesto un periodo di tempo che va dal 1906 al 1943. E la rinnovata Commissione nazionale, che sta pubblicando gli Zibaldoni e gli Indici della prima serie, ha già davanti a sé un buon migliaio di lettere per la seconda. Più scarso il materiale foscoliano, ma anche l'epistolario dell'autore dei Sepolcri, da poco arrivato al settimo volume, è lungi dalla fine. E che dire dei Carteggi di Bettino Ricasoli. il cui primo volume è apparso nel 1939 e il XXV nel 1971? Se è difficile e faticoso mettere in piedi una bibliografia, soprattutto se buona come questa del dott. Campanella, è ancora più difficile e faticoso, nonostante le apparenze, ce lo consentano i lettori, pubblicare un epistolario.
Il nostro autore è, s'intende, liberissimo di non avere alcuna simpatia per il partito democristiano e il Governo italiano, che è, da anni, un Governo di coalizione e non soltanto di partito, ma, pur con il massimo rispetto per questa formazione politica, desidero precisargli di non essere democristiano, come non lo è l'assoluta maggioranza, se non la totalità della Commissione, e mi permetto di fargli presente che, ancor più che per la ritardata pubblicazione dell'epistolario garibaldino, non regge quanto afferma per la mancata celebrazione del centenario del 1860. Giudichi il lettore. Un ulteriore atto unilaterale com-putto dai democristiani a dispetto del sentimento nazionale ebbe luogo nel I960 in occasione dèlie attese celebrazioni commemorative dell'unificazione dell'Italia da parte di Garibaldi e dei suoi Mille. Anziché onorare gli eroici garibaldini che avevano creato una nazione di fronte a forze molto superiori e malgrado le minacce delVAustria-Ungheria (sic), della Francia, della Spagna, dei Ducati italiani controllati dall'estero, dello Stato pontificio e del Cattolicesimo universale, il Governo italiano spostò le celebrazioni al 1961 B celebrò invece il centenario del primo parlamento nazionale. Poi, con la rubrica anodina di " Italia *61 " fu-rono onorati anche Vittorio Emanuele II, Cavour, Mazzini e Garibaldi, benché
!) A. M. GHIRAMIKHTI, Lincoln, Melloni, Mazzini e O, Ju Rassegna dt a. XLl
11954), pp. 17-29.