Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE BIBLIOGRAFIA; GARIBALDINI BIOGRAFIE
anno
<
1971
>
pagina
<
646
>
646 Libri ti periodici
Mediterraneo. L'auspicata rottura di un Minile assedio con la conquista dell'Egitto, l'insediamento noi vicino Orinine, la riduzione della Turchia sa posizioni francefile, avrebbe dovili ri equi librare la situazione, eoi pendo uno dei gangli vitali dell'egemonia britannica sui mari, premessa ad una marcia verso l'India attraverso la Siria e facilitando la creazione di un blocco territoriale nel corpo vivo dell'Europa in cui la Francia potesse agire in condizione di. assoluta supremazia. Ma la disfatta navale di Aboukir, dovuta alla preponderanza tecnica ed organizzativa britannica, costituita da lunghi decenni di prevalenza dell'industria cantieristica, distrugge il disegno strategico ed egemonico francese facendo cosi crollare lo Illusioni di un impero afroasiatico. Da allora l'assedio non sarà più rotto e l'Inghilterra, irriducibile nella sua isola, e più che mai sicura per i successi navali, primo tra i quali quello di Trafalgar, gli imporrà quella guerra di attrito che avrà il suo culmine nell'episodio, lungo e tragico per l'esercito francese, della rivolta iberica.
La campagna di Russia, tendente a spezzare ad Oriente l'assedio, completando così il disegno egemonico-autarchico di un blocco continentale concepito in funzione antibritannica, col suo fallimento dovuto soprattutto alla sottovalutazione dell'avversario ma anche all'incapacità napoleonico di sottrarsi olla logica della borghesia con-servatrice favorendo l'effettiva abolizione in Russia della servitù della gleba, segna la fine dell'illusione imperiale. La disfotta è ormai irreversibile e le tendenze frazionistiche ed indipendentistiebe latenti nel vasto Impero, e che avevano già dato abbondanti manifestazioni al livello di aspirazioni e speranze autonomistiche nella stessa penisola italiana, esplodono violente e ne favoriscono il crollo finale. La crisi del Regno d'Italia e la posizione assunta dal Mei zi nell'ultima fase della dominazione franco-napoleonica sembrano chiaramente entrare in questo quadro desiderando taluni esponenti della classe dirigente italiana salvare le strutture politiche del nuovo Stato in un contesto indipendente sganciandosi, perciò. In modo definitivo dalla egemonia francese.
Come si può vedere, il panorama della storia europea ed italiana del periodo napoleonico offerto dallo Zughi è vastissimo e risponde chiaramente ad una precisa linea interpretativa collocandosi tra le più puntuali ed intelligenti ricostruzioni storiche della rivoluzione e dell'Impero.
Ed anche se in questo discorso dello Zaghi si rifiuta la descrizione integrale della storia del periodo, rappresentando i temi trattati solo taluni aspetti della complessa vicenda vissuta dall'Europa e dal mondo s cavallo dei due secoli diciottesimo e diciannovesimo, pure la visione globale trapela egualmente dal contesto, imponendosi per la chiarezza e per la serietà della documentazione.
CARLO GHISALBERTI
Acta Regina Montis Oropa, Tomo I, a cura di EMANUELE SELLA, tomo li, a cura di GIUSEPPE FERRARIS; Oropa, 1945, 1948, in 4, pp. 523, 727. S.p.
Ognuno, anche quello che si dichiara Ateo , ha una sua religiosità, cioè una convinzione che, animata dallo spirito e da una ricerca della verità, diventa Fede; quella che Dante proclama substanzia di cose sperate*.
Ecco perche dobbiamo ascoltare ogni voce, che ci pnò illuminare, anche nelle contraddizioni e nel dubbi, per creare una nosirn benefica personalità, operante per l'umana redenzione.
L'opera citata, in magnifica edizione, a cura dell'Amministrazione del Santuario Ci accosta al Santuario di Oropa, meta non soltanto religiosa, ma anche turistica, per la sua bellezza, sulle pendici dai monti biellesi che molti, troppi italiani ignorano. t* una magnifica balconata nulla vasta pianura piemontese, creata dal Juvara che ha saputo interpretare la religiosità, ed è bene che lo Chiesa antica, che custodisce la Madonna Nera, sia slata ripristinata, con le sue colonne di granito e senza l'intonaco settecentesco alle pareti, aggrappata alla grande roccia di nero serpentino, sotto IR quale S. Eusebio fuggìasco avrebbe deposto l'i mma ni ne miracolosa.