Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE BIBLIOGRAFIA; GARIBALDINI BIOGRAFIE
anno <1971>   pagina <649>
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Libri e periodici 649
rivedendo di volta in volta le sue posizioni Spìnto antidogmatico per eccellenza, animalo da ira vigoroso amore per lo libertà . nel suo ottimismo positivista alla fine dei suoi giorni sul decimare del secolo finirà per trovarsi ai margini del gronde nume rivoluzionario cui aveva dato il meglio di sé, ma che con il marxismo pren­derà strade nuove e a lui estranee, proprio perché intransigenti e dogmatiche.
Diversa* invece l'esperienza del principe anarchico Pietro Kropotkin: egli, rampollo di stirpe imperiale, discendente addirittura da Rjurik, ufficiale zarista, esploratore, infine esule, sintetizza un momento della rivoluzione russa, è un cam­pione della rapida assimilazione da porte ùeWinteUigcnrija delle idee più spinte del­l'Occidente, infine caratterizza il ritorno in Europa di alcune di quelle idee, dopo una rielaborazione tipicamente russa . Entrato a Zurigo a contatto col movimento operaio, egli rimase tuttavia bon fermo nella esigenza di affermare, sul piano del socialismo, certa nota di libertà e di individualismo, per modo che la nuova società non sorga da ordini di capi partito ma sia la risultante di libere iniziative. A questo orientamento egli rimase costantemente fedele, nel corso della sua vita tor­mentata, sino agli ultimi giorni, nella Russia ormai bolscevica; contrario come ebbe a scrivere in un messaggio agli operai occidentali nel giugno 1920, al tentativo per lui destinato a fallire di costruire una repubblica comunista sotto la ferrea disciplina di una dittatura di partito , egli si oppose invano con interventi presso Lenin, all'indirizzo autoritario e centralista del regime che si stava affermando. In realtà il vecchio populista anarchico Kropotkin fu rapidamente superato e vinto, dopo over rivolto alla rivoluzione russa, nel suo ultimo scritto L'ideate della rivolu­zione l'invettiva estrema: quella di non essere animala dallo stesso elevato ideale morale della rivoluzione inglese del Seicento e di quello francese del 1789. Con lui si chiudeva il tragitto di una inielligencija che Wolf Giusti segue e ci presenta da par suo, da anni, con grandi doti di penetrazione, cioè anche di adesione affettiva, non senza riferimenti all'Italia e al Risorgimento italiano.
ANGELO TAMBOROA
RUCCERO MOSCATI, / Borboni d'Italia; Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1970, in 8, pp. 186 con ili. L. 6.000.
Le storia moderna del Meridione e quella della dinastia borbonica in Italia, cui Ruggero Moscati ha dedicato un importante e, direi, nativo filone dei suoi interessi e delle sue ricerche, hanno trovato un'ulteriore e complessiva dilucidazione in que­st'opera di scorrevole sintesi.
Conseguita la visione panoramica della materia, lo storico si è preoccupato di comunicarla ad un pubblico di buon livello ma non formato soltanto di studiosi, del quale ha previsto la varietà di gradazioni e di esigenze. Senza presumere di soddisfarle tutte e quindi compiendo le sue scelte metodologiche, l'autore ha avviato la tratta­zione lungo un binario ben snodato, che attraversa i principali problemi, percorrendo l'intero arco storico della dinastia sul vasto terreno del Sud sulla minore scena di Parma.
Il libro ai apre con un'informazione critica, che, anche alla luce di sobrie vena­ture autobiografiche, mostra la maturazione storiografica di Moscati e della sua gene­razione nel contesto di una feconda produzione meridionale e in un clima di conti­nuità culturale, in cui si sono attutite le ripercussioni delle svolte politiche.
La soddisfatta rassegna del lavoro svolto in questo campo di studi, con speciale riferimento al XVIII secolo, sì completa coi suggerimenti di nuove direzioni di ricerca, su temi salienti, quali i legami del Sud col capitale finanziario straniero, o su temi stimolanti nella loro modestia, come la ricostruzione capillare dei contrastati tentativi d'impulso economico nelle province, coevi e paralleli, su un piano minore, elio sforzo di rigenerazione degli esuli e dei patrioti perseguitati.
La discussione storiografica, centrata nel primo capitolo, procede non lo sviluppo dei vari argomenti, compenetrandosi con l'impianto narrativo del volume, che parto dat felice esordio della dinastia nella ritrovata autonomia del Meridione.