Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE BIBLIOGRAFIA; GARIBALDINI BIOGRAFIE
anno <1971>   pagina <653>
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Libri e periodici
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mava il patriota, nonché all'assenza di quel l'impetri congiunto dell'esercito sardo, che nel '60 decise il tracollo borbonico, Mi sembra tuttavia che vadano tenute presenti altre tre cause per piegare la differenza dell'esito: la prima è che giovò olla spedì* none dei Mille l'antecedente immediato delle radicali modificazioni avvenute nel Nord e al Centro d'Italia nel 1859, tali da indurre anche le genti del Sud a rischiare il fatto nuovo; la seconda è che mancò a Bisecane quella base di organizzata partenza e di rinforzi nel regno sardo, di cui godette Garibaldi e da cui dipese anche il mag­gior numero dei partecipanti alla sua spedizione, per quanto aia controversa la que­stione del comportamento di Torino nel 1860; la terza causa, utile a spiegare la diffe­renza dell'esito, è l'accorta scelta garibaldina del terreno di sbarco e di operazioni in Sicilia, dove lo stesso autore, in altra parte del volume, ha segnalato resistenza di un particolarismo antiborbonico ed antinapoletano perfettamente risolvibile nella più grande imitò italiana.
Ma se in Sicilia la preferenza per l'unità rispetto alla permanenza sotto i Borboni era diffusa al livello di massa, la parte migliore dell'intelligenza napoletana ed in genere meridionale affermava e idealizzava i valori dell'unità nazionale col suo sacri-fido, nelle galere e per le vie dell'esilio : questa sua posizione - - dice Moscati non sarà mai abbastanza sottolineata nella storia dell'intera Italia, specialmente se si con­sidera che l'unità è costata al Mezzogiorno una lunga crisi.
Il libro si chiude, in proposito, con una obiettiva considerazione, che, invece di fare il processo alla colonizzazione del Sud da parte della borghesia settentrionale, addita Vimpreparaxione reciproca all'incontro tra il Mezzogiorno ed il resto d'Italia, gradualmente superata nella misura in etri si è impostato un problema, specifico meri­dionale tra i massimi problemi nazionali dell'Italia intera.
Si seguono frattanto le vicende del ramo secondogenito, alternate nell'esposizione allo svolgimento del ramo principale: sbalzati nel 1801 dalla loro sede, i Borboni di Parma poterono ricuperare un itinerante ruolo di regnanti <Etrnria, Lucca, di nuovo Parma), che fu sempre più un fatto dinastico, poco compenetrato nella realtà di nn territorio, dipendente dai compromessi diplomatici e tutelato dalle premure della soli­darietà familiare borbonica. Questa precarietà può spiegare le ossessive cure militari di Carlo HI in Parma riacquistata ed il suo tentativo di radicare il ducato tra i con­tadini con una legislazione a loro favore, ma la politica economica rovinosa (in parte riveduta con la denuncia della lega doganale con l'Austria), il gretto dispotismo, l'as­sassinio di quél duca e l'insufficienza di un così stretto ambito geografico di fronte alle tendenze unitarie di quella progredita parte d'Italia, minarono il trono borbonico parmense, finalmente liquidato dallo sconvolgente movimento del 1859 nelle regioni centro-settentrionali.
Il libro, privo di note, è provvisto di una ricca appendice bibliografica, razional­mente suddivisa in scompartimenti, con criterio cronologico e problematico. Segue anche un'utile tabella dei principali avvenimenti con le loro date.
Va infine apprezzata la veste tipografica del volume, con una distesa disposi' rione dei caratteri, con la copertina rilegata ed artistica, con le lucide illustrazioni che rendono visivo l'incontro dei personaggi.
BRUTTO DI PORTO
HENRY CONTAMINE, Diplomatie et diplomate sous la Reslatiration 1814-1830; Paris, Harhette. 1970, In 8, pp. 410. S.p.
Alla grandi ositi del progetto corrisponde l'eccellenza del risultato. Il titolo è troppo modesto: l'orizzonte è ben più vasto, l'anelisi molto più dettagliata. È tutta una struttura che viene sottoposta ad uno studio integrale. Non si trattava soltanto di spulciare o leggere ceinquaote mille dépeches*, 11 materiale che costituisce appena una parte della solida messe di doti e fatti che l'A. utilizza per erigere il suo edificio. Praticamente nestuna fonte utile è stata ignorata. Sarebbe comunque impossibile riassumere il libro. L'A. ricostruisce ed analizza IR politica estora francese dalla prima Restaurazione alle trois glorieuse (con ampi ritorni all'epoca napoleonica e fughe