Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE BIBLIOGRAFIA; GARIBALDINI BIOGRAFIE
anno <1971>   pagina <656>
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656 Libri e periadici
Ed allora è lecito constatare che i giorni del dramma di Fino coi tormenti e lo collere e le querele che ne seguono sono anche f giorni piìi turbolenti i giorni e irrefrenabili del Generale nel ano andare e tornare nelle Romagne, nell'Emilia, nel confine della Cattolica ed a Torino. E ci sembra lecito ricordare che Luigi Caroli, il disperato errante che, compreso e non perdonato, vorrebbe essere accolto fra i suoi , e che avverte la pena dei più intimi che ancora lo stimano e lo amano ma anche il silenzio o la mormorazione di altri, un silenzio, una mormorazione che hanno sapore di offerta al Generale, Luigi Caroli dicevamo alza un velo ed apre uno spiraglio per conoscere più da vicino le affascinanti ma talvolta sconcertanti schiere garibaldine.
Hanno dato motivo a Vittorio Polli di rinnovare il drammatico racconto le notizie sicure ed inedite rinvenute in archivi e biblioteche: l'Archivio Camozza Gamba, la Biblioteca Civica di Bergamo, l'Archivio di Stato di Mantova, la Biblio­teca PiancastelU di Forlì l'Archivio Raimondi e la Biblioteca Civica di Como. Ignoti anche a lui tnttora i memoriali Raimondi e Rovettì.
Valendosi pertanto di notizie storiche e di un po' di fantasia l'A. si è pro­posto di colmare lacune, di penetrare oltre le soglie segrete, di offrire precisazioni sul contegno del Generale, di farci conoscere la dolorosa vita di una donna nel suo con­fessare nel suo contraddirsi nel suo negare, e nei suoi momenti dell'amare, del con­cedere, dell'irrigidirsi: vittima non di rado di se stessa. Ed ancor più si è proposto una rivendicazione, dare cioè a Luigi Caroli il riconoscimento di personaggio di primo piano, quale non ha avuto in altri racconti.
Succedono su questa direttiva le scene alle scene, da diverse parti intervengono personaggi con le loro testimonianze, e non mancano quelli che ci riportano alle vicende militari e politiche del giorno: le loro parole generalmente sono affidate alle lettere ed, intenzionalmente o no, sono di difesa o di accusa, o sollevano nuovi dubbi, o conducono a certezze assolute. Evidente è il fervore dell'A. nel ricercare, nell'interro-gare, nel collegare le parti, nel suo andare sollecito, ma nulla trascurando su quella via che egli distingue da altre poiché per lui è la sola via della logica e della verità. E la fantasia a proposito di personaggi e di quadri non ha lesinato nei colori.
Resta tuttavia al lettore largo campo, se non per pensare, almeno per sentire, in una misura più sua, la drammaticità dell'avvenimento e quella che potremmo chia­mare la responsabilità od irresponsabilità dei personaggi a cominciare ovviamente dai tre. Difficile è appagarsi specialmente sulle deduzioni che dovrebbero condurre al ritratto spirituale di donna Giuseppina, perché le sue stesse dichiarazioni o confes­sioni od esplosioni sdegnose ci sconcertano. È una giovane donna che cede forse al suo stesso orgoglio e lo lascia libero ed aggressivo e vittorioso contro il suo più vivo e più naturale e più intimo amore? Meno difficile forse, ma non meno tormentoso, comprenderla quando diventa madre di un bimbo morto, e sembra credere che sia sufficiente la sepoltura segreta del piccolo corpo per chiudere tutto nel segreto.
E poi fino a che punto e perché nella parola villanamente spregevole che il Gene­rale vecchio sposo, divenuto sull'istante più vecchio ha lancialo contro la donna pochi minuti dopo gli sponsali, ha infinito l'orgoglio maschile di chi aveva creduto di espugnare una fortezza? Lui condottiero vittorioso anche in questo guerreggiare? E non sapeva che in convenute ore notturno il ponte levatoio era alzato perché altri con tutte le risorse e i diritti che sono propri della giovinezza e che provengono da un amore già da tempo bruciante, poteva entrare? una domanda, non una affermazione può essere un'ipotesi. E tante altre del genere nascono ed ogni capitolo del libro, anche diverse da quello numerose che l'A. ai pone.
Ben la insomma al lettore, quasi volesse sottrarsi al pronunciamento di sentenze di condanna od assolutorio, o forse per un rispetto verso il mistero della umana esi­stenza, resta il bisogno di interrogare ancora, aného se gli mancheranno le risposte.
Ma ce in particolare - - come abbiamo detto - - nell'A. il proposito (da lui con* si derato come nn preciso dovere) di dare risposto agli interrogativi che Luigi Caroli solleva nei giorni passionali del dramma e, dopo, in quelli dell'Isolamento, ed in quelli delle disperate decisioni. Ed e nostro convincimento che l'A. sia rinscHo a dare una