Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE BIBLIOGRAFIA; GARIBALDINI BIOGRAFIE
anno
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1971
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662
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662 Libri e periodici
che è sviluppo ed umanizzazione della cronaca, e ne (a un racconto di vita; che è ri* cerca di valori politici e sociali aia nei fatti che negli allori, e li interpreta e li comunica accompagnando ad essi quello che di più intimo e quindi di più vero è custodito nell'anima umana.
Ogni capitolo è una esemplificazione, sia e scegliamo a caso che appaia sulla scena fiorentina quel brav'uomo di Vittorio Emanuele 11 coi suoi rimpianti confessati più o meno apertamente: sia che si presenti con le sue collere, con le sue ferree decisioni e magari con le sue bizze Bettino Ricasoli : oppure che si inserisca nella storia risorgimentale e di pieno diritto il basin della Rosina, non meno dei calori di diversa natura di Francesco Guerrazzi. Parimenti fanno storia, le passeggiatine di Ubaldmo Peruzzi, le bagnature fiorentine in acque livornesi, e la fine del buon Canapone, e persino il Cancan che era lo spettacolo d'avanguardia di quei tempi. Che tempii
Ma noi facendo queste citazioni, rimpiangiamo le altre, le molte altre che tralasciamo e che non meno di queste Bono lo specchio in cui appare Firenze capitale aureo-lata di quella simpatia per cui sentiamo che la verità è anche bellezza, e che proprio in virtù della simpatia ai arriva al vero.
Questo dovrebbero considerare coloro italiani o stranieri che scrivendo si abbandonano invece all'estro del bastian contrario per il gusto di scardinare e capovolgere, e per sciorinare parole e togate sentenze che talvolta sanno di dileggio, o di denigrazione, o di malizia o di conoscenze più basse che lacunose, o di tutte queste virtù raccolte in mazzo.
Sergio Camerani offre invece un saggio di storia e di arte.
PIERO ZAMA
TERENZIO GRANDI, Un giornalista repubblicano nell'ottocento piemontese: Giuseppe Beghélli (1847-1877) con appendici e documenti inediti (Domus Mazziniana, Collana scientifica, 11); Pisa, Nistri-Lischi, 1970, in 8, pp. 158. L. 1.800.
La figura di Giuseppe Beghélli, tipico esponente del giornalismo piemontese, è certamente interessante come testimonianza di quel fervore mazziniano che continua e perdura anche nel periodo post-unitario. Egli infatti, dopo aver partecipato all'impresa di Garibaldi per il Trentino, diviene assieme a Narratone e Monomio uno dei tre fratelli piemontesi cui Mazzini si rivolge spesso nelle lettere del triennio *6o-*69, ed è quindi tra i principali animatori di alcuni falliti tentativi di rivolta.
Ma accanto alle attività di congiurato membro dell'A-B-D., Beghélli svolge quella eertamente più ampia e feconda di giornalista collaborando a vari settimanali e pubblicando il quotidiano La Democrazia che ha vita breve e tormentata. Egli opererà sempre su queste due linee complementari di pratico esecutore e di combattente teorico come quando fonda la seconda serie del giornale La Democrazia e partecipa alla Campagna dei VoBgi. Infine, dopo una brevissima esperienza in campo operaio, c*è la sua lunga collaborazione ul Ficcanaso , giornale politico e < rotocalco pettegolo che gli permette di estrinsecare la sua vena più facile di arguto umorista. Proprio in veste di direttore di questo giornale egli è condannalo a otto mesi di carcere e piuttosto che scontarli preferisce l'esilio in Francia: ma la sua breve ed intensa esistenza sta svolgendo al termine e la lisi lo uccide appena trentenne, nella piena maturità politica.
Questa la figura delineata con la consueta chiarezza e precisione da Terenzio Grandi che si è busto anche sul ricordo degli incontri avuti in giovinezza con l'ormai anziana Maria Fornirli), sartina milanese fervente mazziniana, che aveva ben conosciuto Beghélli.
Infatti la maggiore difficoltà incontrata per questa monografia, e quindi il limilo dell'opera stessa, è stata In quasi assoluta mancanza tli documenti o notizie riferenti H Beghélli i coi giornali sono in gran parte introvabili e del cui ricordo si trova scarsa traccia nelle opere dei contemporanei.